LA NEWCO

Nokia vuole tornare alle “origini”, e punta (di nuovo) sugli smartphone

Secondo indiscrezioni l’azienda avrebbe intenzione, già dal prossimo anno, di investire sui dispositivi mobili a due anni dalla cessione della divisione telefonini a Microsoft. Intanto Moody’s taglia il rating: “Troppe incertezze dalla fusione con Alcatel-Lucent”

Pubblicato il 21 Apr 2015

crisi-111212161910

Non solo ampliamento delle infrastrutture di rete con l’acquisto di Alcatel-Lucent, Nokia potrebbe anche tornare a produrre telefoni in un futuro non troppo lontano. Secondo indiscrezioni riportate dal blog Re/Code, l’azienda finlandese – che ha ceduto la divisione cellulari a Microsoft nel 2013 – potrebbe tornare sul mercato dei dispositivi nel 2016, nonché esordire nel settore della realtà virtuale, quella dei visori tipo Oculus.

Parte dell’accordo con Microsoft prevedeva che Nokia non potesse tornare a produrre telefoni prima della fine del 2015, e ora che la data si avvicina l’azienda si starebbe preparando a tornare in campo. La mossa sarebbe guidata da Nokia Technologies, la più piccola delle tre divisioni che sono rimaste all’ex colosso dopo l’accordo con Microsoft, oltre alle divisioni delle mappe e delle apparecchiature di rete. Nokia Technologies detiene un prezioso pacchetto di 10mila brevetti, alcuni dati in licenza ad altre compagnie. Gli ultimi progetti lanciati, ad esempio, sono stati la piattaforma Android chiamata Zlauncher e l’N1, tablet Android dato in licenza a un altro produttore che lo vende in Cina. “Ma ci sono molti altri progetti in cantiere”, spiega a Re/Code Richard Kerris, ex manager di Nokia.

L’agenzia Moody’s rivede al ribasso l’outlook di Nokia a “stabile” da “positivo” in seguito all’accordo con Alcatel-Lucent. Lo afferma Moody’s in una nota. ”Riconosciamo la strategia della transazione, ma le precedenti fusioni nell’industria delle apparecchiature per le telecomunicazioni sono state caratterizzate da alte spese di ristrutturazione” afferma Roberto Pozzi di analista di Moody’s, sottolineando che questo ”crea incertezza”.

Per l’acquisizione Nokia di Alu ha riconosciuto un valore di 15,6 miliardi di euro. La fusione, che avverrà tramite un’offerta pubblica di acquisto e scambio nel 2016, creerà il secondo gruppo mondiale di reti di telefonia mobile (il maggior business di Nokia da quando ha venduto il settore smartphone a Microsoft) dopo la svedese Ericsson.

L’accordo prevede la cessione agli azionisti di Alcatel-Lucent di 0,55 azioni della nuova compagnia, per ognuno dei loro titoli. L’azionariato sarà composto per due terzi dall’attuale azionariato Nokia e per un terzo da quello di Alcatel-Lucent. La nuova compagnia userà il nome di Nokia, il quartier generale della corporate avrà base in Finlandia e sarà diretta dall’attuale management di Nokia. L’azienda finlandese ha sottolineato che il concambio rappresenta una valorizzazione del titolo del gruppo francese del 34% rispetto alla media degli ultimi tre mesi.

Nel nuovo organigramma, il presidente sarà Risto Siilasmaa mentre Rajeev Suri sarà l’amministratore delegato. Il nuovo board sarà composto da 9 membri, di cui tre espressione francese e dei quali uno sarà il vice presidente. Sulla base dei risultati 2014, il nuovo colosso mondiale presenta un giro d’affari di 25,9 miliardi di euro, con un margine operativo di 10 miliardi e un utile netti di 1,13 miliardi (Nokia ha generato profitti per 1,17 miliardi mentre Alcatel-Lucent ha chiuso in rosso per 34 milioni).

All’indomani della firma dell’accordo le due aziende hanno consegnato un report agli analisti che spiega gli obiettivi che si prefigge la newco. Secondo Nokia e Alu in Italia la nuova società “potrà contare su un ottima combinazione del posizionamento sui clienti delle due aziende attuali”. quanto emerge dalla presentazione che le aziende hanno fatto agli analisti Nel nostro Paese, infatti, Nokia è presente con le soluzioni per il mobile mentre Alcatel-Lucent opera con soluzioni per l’accesso fisso, il trasporto ottico e wireless, le piattaforme IT.

Complessivamente l’operazione rappresenta un’opportunità di rilancio dell’industria Ict europea che può essere, così, messa in grado di competere – e superare – i colossi statunitensi ed asiatici. “Le due aziende al completamento dei loro piani di rifocalizzazione – si legge nel report consegnato agli esperti – si vengono a trovare nelle condizioni di poter combinare i loro asset tecnologici e di mercato per poter creare un campione mondiale dell’Ict, un gigante europeo dell’innovazione tecnologica in grado di vincere la competizione a livello globale e di guidare la trasformazione delle reti e dei servizi internet del futuro”.

Se da un lato, infatti, Nokia Solution Network si era concentrata sul settore delle reti mobile, cedendo quelle tecnologie in cui non aveva raggiunto una adeguata posizione di mercato, Alcatel-Lucent con il suo Shift Plan, nel tempo, si è rifocalizzata sulle tecnologie più innovative dell’accesso Ubb, dell’Ip routing & transport, delle piattaforme per cloud. In questo contesto, e vista la complementarietà del portafoglio, Nokia e Alu credono che ci siano sono tutte le condizioni per far nascere un campione mondiale nell’accesso ultra broadband sia fisso che mobile, nel next generation networking, nelle tecnologie cloud ma anche nei servizi professionali. Con un occhio particolare allo sviluppo dell’Lte dove la newco punta a diventare il “campione mondiale”.

Secondo i dati rilasciati dagli analisti, Nokia Corporation diventerà il secondo investitore mondiale in R&S, con un impegno di 4,7 miliardi di euro all’anno e più di 40.000 addetti. “Questo permetterà di spingere ulteriormente l’innovazione tecnologica, specie su alcuni ambiti future proof quali il 5G, l’I, Software Defined Network e le piattaforme per il cloud.

Tra le tecnologie di punta spiccano anche quelle dei sistemi di nuova generazione per il trasporto ottico e wireless di cui i laboratori italiani di Alcatel-Lucent sono una realtà di eccellenza a livello globale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati