Kkr studia il dossier Open Fiber. Secondo Milano Finanzail fondo Usa sarebbe interessato a una partecipazione di minoranza – tra il 20% e il 25% – della società guidata da Elisabetta Ripa per fungere, spiega il quotidiano, “da azionista finanziario disponibile a sostenere lo sviluppo dell’azienda”.
Dal fondo, che per l’oprazione si avvale della consulenza di Citi, arriva un secco “no comment”. Il business delle Tlc viene valutato con interesse come dimostra anche la trattativa in corso per rilevare il 40% della newco FiberCop nella quale verrà conferita la rete secondaria di Tim, il cui valore è stimato a 7,5 miliardi.
Il progetto FiberCop
Kkr, in trattativa esclusiva con Tim per il progetto che riguarda la rete secondaria in fibra e rame e la relativa costituzione della newco wholesale FiberCop, starebbe valutando la discesa in campo di altri fondi internazionali per reperire tutte le risorse finanziarie necessarie per il progetto. L’impegno finanziario per l’operazione è stato valutato in circa 4 miliardi tenendo conto di una valorizzazione dell’asset per circa 7,5 miliardi (incluso il debito di 4,5 miliardi di equity value).
Il progetto FiberCop è stato illustrato nell’ambito della presentazione del Piano strategico 2020-2022 lo scorso mese di marzo. L’operazione è stata strutturata su due direttrici: da un lato la discesa in campo di Kkr per poi passare all’integrazione con gli asset di Open Fiber. La nuova infrastruttura in fibra sarebbe destinata a 1.600 città. E resterebbe a Tim la proprietà della rete, almeno secondo i desiderata della telco guidata da Luigi Gubitosi. Un punto “dolente” quello della proprietà della rete, considerato che Enel, azionista al 50% di Open Fiber con Cdp, si è finora opposta a questo tipo di soluzione nell’ipotesi di integrazione degli asset di rete.