il caso

Non solo PA, le mani del Doge si allungano anche sulla Fcc?



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Secondo indiscrezioni di stampa Usa, il Dipartimento per l’efficienza del governo guidato da Elon Musk si sarebbe insediato presso l’Autorità competente per le Comunicazioni e potrebbe avviare una nuova campagna di licenziamenti

Pubblicato il 8 apr 2025



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(Official White House Photo by Molly Riley)

L’ormai famigerato Dipartimento per l’efficienza del governo di Elon Musk si è insediato presso la Commissione federale per le comunicazioni (Federal Communications Commission, Fcc), ed è pronto a fare quello che sa fare meglio: ristrutturare. A dirlo è The Verge, che riporta un’indiscrezione secondo cui tre collaboratori del Doge sono ora apparsi in un elenco pubblico denominato “Finding People at the Fcc”.

La Fcc tra tagli e “sinergie”

Se l’arrivo del Doge alla Fcc non rappresenta una sorpresa, cosa possa accadere da ora in avanti all’interno dell’authority per le telecomunicazioni americana non è dato saperlo. Ma è possibile che il Doge licenzi alcuni dipendenti della Fcc, per poi cercare di riassumerli. Del resto, è ciò che ha provato a fare la task force nelle ultime settimane nel momento in cui è approdata in altre agenzie federali, tra cui il Dipartimento degli Affari dei Veterani, il Dipartimento dell’Energia, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e la National Nuclear Security Administration. Bisogna precisare che si tratta puramente di supposizioni, visto che i funzionari della Fcc non hanno risposto alle domande poste dalla stampa statunitense.

D’altra parte, in Fcc, dove lavorano a tempo pieno circa 1.600 dipendenti, tirava già una certa aria. “È importante che tutti noi dell’agenzia continuiamo a chiederci quale sia il modo migliore e più efficiente di fare le cose, dato che faremo una revisione da cima a fondo”, aveva dichiarato a dicembre, subito dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, il presidente della Fcc Brendan Carr. “Penso che ci siano molte opportunità di sinergie all’interno della Fcc per spingere verso una maggiore efficienza”.

I conflitti d’interesse di Musk

La Fcc regolamenta nello spazio federale tutto ciò che è onda elettromagnetica, dalla radio alla televisione fino alle comunicazioni satellitari. Di fatto è un’agenzia governativa indipendente supervisionata dal Congresso, ma uno dei recenti ordini esecutivi del presidente Trump ha affermato un controllo più diretto della Casa Bianca proprio sulle agenzie di regolamentazione come la Fcc. In questo modo, è stata ulteriormente assottigliata la patina di indipendenza a un’organizzazione che per decenni è andata avanti perlopiù seguendo le strategie impartite dal partito di maggioranza.

Ora la palla passa a Musk, con tutto quel che ne consegue sul piano dei conflitti d’interesse. La Fcc ha un impatto diretto su diversi ambiti per molte delle imprese di Musk. Per esempio, tocca alla Federal Communications Commission valutare gli impatti di mercato delle operazioni terrestri e satellitari nello spettro della banda C superiore. Una partita in cui sono coinvolte a pieno titolo SpaceX di Musk e le società che offrono servizi 5G come AT&T, Verizon e T-Mobile.

Le possibili ripercussioni nel breve termine

Ma quel che succederà davvero, al momento, è impossibile anche solo ipotizzarlo. Qualcuno ha già speculato del resto che il tempo di Musk nell’orbita del Trump stia per finire. Secondo Politico, il presidente avrebbe comunicato alla sua cerchia ristretta che Musk si ritirerà nelle prossime settimane dal suo attuale ruolo a capo del Doge.

“È probabile che Musk se ne vada in buoni rapporti con Trump”, ha per esempio scritto Blair Levin, consulente politico di New Street Research ed ex funzionario di alto livello della Fcc, in una recente nota agli investitori. “Ma se dovessero emergere cattive notizie o problemi politici per cui gli alleati di Trump decidessero che incolpare Musk è la strategia giusta, non siamo sicuri di come si evolverà la rottura”. Levin ha ipotizzato che il cattivo sangue tra Trump e Musk potrebbe avere ripercussioni su tutto, dalle normative sullo spettro 5G al programma Broadband Equity Access and Deployment (Bead) da 42,5 miliardi di dollari del governo federale.

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