“Con 12 miliardi di risorse, abbiamo fatto il più grande
investimento in Italia dopo il piano Marshall. Siamo il contrario
del mito della Cina della cattiva qualità e della
contraffazione”. Con queste parole l'amministratore delegato
di 3 Italia, Vincenzo Novari, ha aperto la sua audizione alla
Commissione Lavori Pubblici del Senato.
“Spero che siate tutti consapevoli che la Cina non compete più
sui prezzi bassi, ma sull'alta tecnologia – ha continuato –
Huawei assume ogni anno per la ricerca e lo sviluppo 15 mila
ingegneri, in Italia quel numero sono tutti i laureati in
Ingegneria!”.
Il manager ha toccato anche la questione dell’asta per le
frequenze. “Chiediamo un minimo di uguaglianza – ha
sottolineato – Quello che abbiamo costruito in Italia lo abbiamo
fatto finora nonostante il sistema paese”. Secondo Novari è
necessario “superare l'asimmetria nella distribuzione delle
frequenze” ha detto riferendosi al "gap" rispetto alle
altre telco che nella banda 900Mhz detengono due blocchi di
frequenza. In questo senso l'obiettivo è ottenere
gratuitamente “uno dei sei blocchi della banda a 800Mhz che
saranno disponibili entro fine anno, in modo di assestare lo
squilibrio” a vantaggio degli altri operatori.
“La lobby costituita da Telecom, Vodafone e Wind ha sempre voluto
buttarci fuori dal mercato come ha fatto con tutte le altre
compagnie – ha proseguito Novari – diamo fastidio alla pax di
mercato che gli ha consentito di fare miliardi e miliardi di
profitto negli ultimi 20 anni”.
“Ora la sfida è rappresentata dalla tecnologia Lte che
permetterà di navigare fino a 100 megabite al secondo su
telefonini, smartphone e tablet. Se saremo coinvolti i costi del
servizio non sarà offerto a 49 euro, ma a 14, 19 o 24 euro al
massimo”.
L’Ad ha detto la sua anche sull’intesa tra Telecom e Lombardia.
“Non siamo nemmeno stati interpellati, ovviamente”, ha detto
Novari che ha appreso solo ad accordo concluso l'intesa tra
sulla banda larga.
“Si tratta di un accordo che scavalca la competenza nazionale –
ha concluso – Noi non possiamo accettare che i cittadini della
Lombardia siano collegati e quelli della Basilicata no. Così il
Sud rimane indietro di 20 anni anche in questo campo. Bisogna
garantire l'equità di trattamento a tutte le famiglie”.