Se il 2009 è stato scandito dalla forte riduzione dei costi e
dalla fine dei sussidi sui terminali, per 3 Italia il 2010 si
annuncia come l’anno del primo margine operativo (ebit) con il
segno positivo. E del boom di Internet mobile nel nostro Paese, il
mercato su cui ha puntato fin dall’inizio. Ad affermarlo è
l’Ad Vincenzo Novari, in un’intervista al Corriere della Sera:
“L’anno scorso l’incremento del traffico dati è stato per
noi del 180%, il che ha consentito di bilanciare ampiamente la
contrazione del traffico voce”.
Il 2009 non è però stato un vero annus horribilis per la filiale
italiana del gruppo Hutchinson Whampoa. “Ci è servito a
ridefinire le strategie”, spiega Novari: “ridurre i costi e
azzerare i sussidi ci ha permesso di recuperare 350 milioni di
euro, dimezzando le perdite del 2008. Inoltre i ricavi organici
sono cresciuti dell’1,5-2%, vale a dire 20 milioni di euro in
più rispetto al 2008”.
Il futuro non può apparire più roseo per l’operatore anche alla
luce dei dati di ComScore secondo cui l’Italia, fra i grandi
Paesi europei, è quello con più smartphone in circolazione: circa
15 milioni, anche se altri Paesi crescono di più. Come accaduto
con gli sms, gli italiani “sono subito corsi a comprare i
telefonini, anche quelli di terza generazione”, commenta Novari.
“Siamo partiti prima ed è per questo che poi il tasso di
crescita tende a diminuire”. Ma il dato importante è che è di
questi 15 milioni di utenti di smartphone, secondo Novari, circa 5
milioni usano Internet mobile. E quanti stanno con 3?
“Nel complesso, la nostra quota di mercato nelle
telecomunicazioni mobili è di circa il 10%”, risponde Novari.
“Sul mercato dei servizi Internet mobile le nostre stime ci
collocano attorno al 30%. All’interno di questo mercato, solo il
15% è per noi rappresentato da carte prepagate, mentre il 45% è
costituito da abbonamenti, che rappresentano il vero mercato della
banda larga”. Insomma, secondo l’Ad, 3 Italia è grande “più
o meno” come Tim o Vodafone.
Lo sviluppo dei prossimi mesi passerà anche per il
“socialfonino” lanciato l’anno scorso e terminali a costi
più abbordabili: “Pensiamo che gli smartphone con accesso a
servizi di social networking non debbano essere riservati alle
fasce di pubblico più abbienti ma alla portata di tutti”, spiega
Novari. “Del resto, i principali produttori si stanno orientando
a mettere in commercio smartphone a prezzi inferiori agli attuali.
Noi quest’anno intendiamo uscire con prodotti di grandi marche
sotto i 100 euro”.