L’ipotesi di una aggregazione tra Wind e 3 Italia si allontana. Vimpelcom, azionista di maggioranza di Wind, che ieri ha presentato i conti, ha fatto sapere per bocca del ceo Jo Lunder (nella foto) di non ritenere “necessario prendere ora una decisione”. Per l’azionista russo Wind resta al momento “stand alone” puntando all’ulteriore crescita di quote di mercato.
Sul tema del consolidamento Lunder ha precisato ”c’è una potenziale opportunita’ di consolidamento del mercato in Italia. Vi abbiamo detto che, in generale, siamo a favore del consolidamento del mercato” ma ”non c’è nulla da segnalare oggi”. ”Rimaniamo molto impegnati e positivi nei confronti dell’Italia, anche se il mercato è stato difficile finora. Pensiamo che quella situazione alla fine creerà valore per gli azionisti di Vimpelcom ma ci prenderemo il tempo che serve”.
Un mese fa a Londra il manager, rispondendo agli analisti che gli chiedevano se intendeva vendere aveva risposto che ”l’Italia è un asset molto indebitato e il suo limite è nella sua capacità di generare cassa”. ”Vendere – aveva detto Lunder – non è un’opzione perché non pensiamo crei il valore che creerebbe una soluzione a lungo termine, ci sono diverse opzioni che potremmo giocarci per esempio stiamo valutando opzioni finanziarie come il ricorso al mercato dei capitali, opzioni strategiche e facciamo un gioco ‘organico’ prendendo tempo finche’ il mercato maturi e alla fine evolva in un qualche forma di consolidamento”
Ieri l’azienda guidata da Maximo Ibarra ha comunicato per il 2013 una crescita dei clienti nel mobile del 3% raggiungendo quota 22,3 milioni. In rialzo anche il margine Ebitda a quota 39%. Punti di forza, questi, per la compagnia che lo scorso anno ha continuato anche a generare cassa: il rapporto ebitda- investimenti ha superato 1,1 miliardi, stabile.
Lunder, che ha parlato agli analisti nel corso della presentazione dei conti 2013 di Vimpelcom, non ha voluto fornire altri dettagli. Ma – riporta La Stampa – secondo fonti finanziarie, a impedire il via libera alla fusione è stato un problema di prezzo e valutazione degli asset di Wind e di 3, il gruppo controllato da Hutchison Whampoa, la conglomerata del magnate cinese Li Ka Shing.
Per mesi al tavolo dei negoziati con Li Ka Shing si erano seduti il miliardario russo Mikhail Fridmann, che possiede Alpha Bank, e il Fondo sovrano norvegese, azionista di Telenor, che insieme a Fridmann controlla VimpelCom. La notizia di trattative per unire Wind a 3 era circolata già alla fine del novembre scorso. Rilanciata da un report della casa d’affari Bernstein, che dava come probabile un accordo in tempi brevi e citava come fonte della notizia l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano.
Non è la prima volta che il fidanzamento tra Wind e 3 viene rotto: circa quattro anni fa ci aveva provato il Faraone, il tycoon egiziano Naguib Sawiris, allora socio principale di Wind, a portare all’altare 3. Ma anche in quell’occasione fu un problema di prezzo a far naufragare la loro relazione.