L'INTERVENTO

Nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche, come evolverà il mercato italiano delle Tlc?

L’obiettivo è favorire la copertura con reti ad altissima capacità, essenzialmente Ftth. Tre direttrici fondamentali: stimolare gli investimenti privati, mappare accuratamente il territorio e prevedere norme in grado di spingere la migrazione dal rame alla fibra. Il tutto accompagnato con l’evoluzione del servizio universale

Pubblicato il 05 Gen 2022

Francesco Nonno

Direttore Regolamentazione di Open Fiber

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Lo scorso 24 dicembre è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 207 dell’8 novembre 2021, che traspone nell’ordinamento nazionale l’impianto normativo del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (Cece).

Il nuovo Codice contiene elementi fortemente innovativi rispetto alla precedente impostazione normativa, soprattutto con riferimento ai nuovi obiettivi di favorire la copertura con reti ad altissima capacità (essenzialmente reti integralmente in fibra ottica fino alle abitazioni – Ftth) e la migrazione dei clienti dalle vecchie reti in rame alle nuove reti in fibra.

Diversi sono gli elementi chiave per procedere in tale direzione.

In primo luogo forti stimoli agli investimenti privati, sia attraverso il riconoscimento delle virtù proconcorrenziali degli operatori che svolgono esclusivamente attività all’ingrosso (cosiddetti wholesale-only), ai quali sono riconosciuti alcuni vantaggi per gli investimenti in fibra anche laddove diventino dominanti sul mercato, sia attraverso lo stimolo del coinvestimento tra l’operatore incumbent ed altri operatori, con benefici di riduzione della regolamentazione per l’operatore incumbent che decidesse di condividere con altri i propri investimenti, rendendoli autonomi sul piano delle infrastrutture.

In secondo luogo, la previsione di realizzazione di una dettagliata mappatura geografica della disponibilità di infrastrutture, da mantenere aggiornata, che possa sia essere di supporto per eventuali interventi pubblici di copertura di aree a fallimento di mercato (dove i privati non intendono intervenire), sia consentire ai cittadini ed alle imprese di essere informati in merito alle infrastrutture disponibili presso ciascun numero civico nazionale.

In ultimo la previsione di specifiche norme per favorire la migrazione da rame a fibra e controllare che non avvenga con logiche anticoncorrenziali.

Il tutto accompagnato dall’importante evoluzione del servizio universale, che abbandona la visione di una rete per le comunicazioni vocali (con ancora obblighi che riguardavano la definitivamente superata telefonia pubblica) per passare ad un obbligo di garantire un accesso ad Internet in linea con le esigenze di utilizzo della popolazione e delle imprese. Ed è ragionevole che ciò ci conduca in pochi anni a definire un servizio universale a 1 Gb/s, in linea con l’obiettivo del Governo che, con il Piano Italia 1 Giga, mira a garantire che la copertura nazionale a 1 Gb/s sia garantita a tutti entro il prossimo 2026.

In sintesi, questo nuovo codice nasce per accompagnare la nuova fase di ammodernamento del settore, già iniziata da qualche anno e che richiederà tutto il decennio per completare le fasi di costruzione delle infrastrutture e di migrazione dei clienti.

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