LIBERALIZZAZIONI

Nuovo corso per le Poste sotto la lente dell’Agcom

Vigilanza, controllo, più concorrenza, qualità del servizio universale fra i nuovi compiti trasferiti all’Authority con il decreto “Salva Italia”

Pubblicato il 23 Gen 2012

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Entra nel vivo il nuovo corso delle Poste Italiane, dopo l’approvazione del decreto “Salva Italia” targato Monti, che trasferisce all’Agcom le competenze in materia di regolazione e vigilanza dei servizi postali. L’articolo 21, commi 13-20, del decreto legge 201/2011 del 6 dicembre scorso, prevede la soppressione dell’Agenzia di regolamentazione del settore postale, istituita l’anno scorso dal governo Berlusconi, e il trasferimento delle relative competenze all’Authority presieduta da Corrado Calabrò.

Il Consiglio dell’Autorità ha deciso il 20 dicembre scorso l’istituzione della nuova Direzione “Servizi Postali”, che avrà compiti generali in materia di regolazione e vigilanza del servizio postale, di assicurazione della qualità del servizio universale, di determinazione delle tariffe dei settori regolamentati e di analisi dei relativi mercati. La reggenza della nuova Direzione generale è stata affidata a Roberto Viola, Segretario Generale Agcom. La nuova Direzione sarà operativa dopo il via libera al decreto “liberalizzazioni”, che potrebbe modificare il perimetro di competenze.

L’affidamento delle competenze all’Agcom è in linea con quanto avviene nell’Ue: sono 22 su 27 i paesi che hanno affidato all’Autorità di regolamentazione delle Tlc la vigilanza dei servizi postali. Viene così sanata l’anomalia tutta italiana della mancanza di un controllore indipendente del servizio postale. In passato il Governo, tramite il Ministero delle Comunicazioni – confluito nel Ministero dello Sviluppo Economico – era preposto alla regolazione del settore, ma nel contempo il Ministero dell’Economia e delle Finanze controllava Posta Italiana, gestore incaricato del servizio postale universale e principale player dei servizi liberalizzati. Un’anomalia tutta italiana, che ha spinto l’Ue ad aprire un procedimento di infrazione nei nostri confronti.

Nel dettaglio, le competenze trasferite sotto l’Agcom sono quelle di cui all’art. 2 commi 4 e 5 del dlgs 58/2011: regolazione dei mercati postali; partecipazione ai lavori dell’Ue e internazionali in seno al Berec; adozione di provvedimenti regolatori sulla qualità del servizio postale universale per garantire una regolare e omogena fornitura del servizio; adozione di provvedimenti regolatori sull’accesso alla rete e ai servizi postali; determinazione delle tariffe dei settori regolamentati e promozione della concorrenza nei mercati postali; monitoraggio, controllo e verifica del rispetto degli standard di qualità del servizio postale universale; vigilanza sull’assolvimento degli obblighi a carico del fornitore del servio; assunzione di delibere sanzionatorie.

Fra le sfide principali dell’Authority c’è l’individuazione di porzioni della rete postale che potrebbero essere aperte agli operatori intermedi. Ce lo chiede la direttiva 2008/6/CE, che prescrive la completa apertura al mercato, stabilendo l’abolizione dei diritti esclusivi per la fornitura dei servizi postali. La filiera del servizio postale va dalla fase di imbustamento fino alla consegna delle lettere. Fra i player sul mercato ci sono grossi gruppi come Dhl, Tnt, Dpd, ma anche recapitisti e pony express. C’è poi un’intera galassia di fornitori di Poste, attiva nel disbrigo della posta massiva (bollette, fatture, estratti conto) per conto di banche, assicurazioni e soggetti come Enel, Acea, Sky ecc.

Fuori dal perimetro di competenze dell’Agcom restano i servizi finanziari di BancoPosta, su cui dovrebbe vigilare la Banca d’Italia. L’Antitrust propone di separare dal servizio postale i servizi bancari, con la costituzione di una società che abbia quale oggetto sociale lo svolgimento dell’attività bancaria a pieno titolo, per non penalizzare gli altri player del settore postale.

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