La Casa Bianca è pronta a ordinare il black-out forzato di
Internet in caso di emergenza. E' quanto prevede un
provvedimento di legge approvato dalla Commissione per la Sicurezza
nazionale e gli Affari governativi del Senato americano che
conferisce al Presidente il potere di bloccare i circuiti della
rete nel caso si presenti il rischio di “un cyber-attacco in
grado di causare danni elevati e perdite di vite umane”, riporta
oggi La Stampa.
Il provvedimento si chiama ufficialmente “Protecting cyberspace
as a national asset act” (Pcnaa), ma è già stato ribattezzato
“Internet kill switch” (l’interruttore che uccide Internet) e
coinvolge una serie di provider di servizio a banda larga, motori
di ricerca e società produttrici di software, che dovranno
“immediatamente adeguarsi a ogni misura di sicurezza e di
emergenza decisa dal dipartimento dell’Homeland Security”,
spiega la legge. Ogni violazione sarà punita con multe e
provvedimenti cautelativi.
E’ una legge “che permette al governo federale di tutelare reti
virtuali e asset strategici e garantire la sicurezza del nostro
Paese e della nostra gente”, secondo il senatore Joe Lieberman,
presidente della commissione per l’Homeland Security e tra i
primi sostenitori del Pcnaa. Ogni società operativa nei settori
Internet, telefonia o sistemi informativi degli Stati Uniti
iscritta nella lista strategica del governo sarà soggetta al
controllo e sottoposta al comando del nuovo Centro nazionale di
cyber-sicurezza e comunicazioni (Nccc) creato dall’Homeland
Security per cui sono previsti pieni poteri.
L’unica eccezione, continua La Stampa, riguarda le
intercettazione telefoniche, motivo di grande polemica durante la
presidenza di George W. Bush; su questo punto il provvedimento
prevede che la Nccc non possa ordinare agli operatori di
“condurre attività di sorveglianza” senza una chiara e precisa
richiesta del giudice.
Alla Nccc viene invece conferito il potere di monitorare “lo
stato di sicurezza” dei siti Internet privati, dei provider di
banda larga e di altri componenti Internet. L’agenzia “deve
sorvegliare sulla sicurezza” della porzione di Web all’interno
del territorio degli Stati Uniti e inoltre di quelle che, sebbene
siano fuori dal territorio nazionale, “possano causare danni
significativi se danneggiate”, spiega Lieberman.
“Il Protecting cyberspace national asset act è un provvedimento
di legge assurdo, perché impraticabile e lontano da ogni criterio
tecnologico”, attacca Michael Wolff, veterano del giornalismo
americano e esperto di hitech, intervistato dallo stesso quotidiano
torinese. Secondo Wolff, non esistono rischi tali da imporre un
black-out della rete, “circostanze del genere sono un soggetto
interessante per qualche fiction di fantascienza”. Tra l’altro,
sarà difficile riuscire a controllare davvero tutte le aziende
coinvolte. “E’ un provvedimento frutto della fantasia di
Washington, non del pragmatismo del mondo della tecnologia". E
ancora: “E' assurdo pensare ai sistemi informatici, a
Internet e a tutto quanto è legato alle tecnologie della
comunicazione come a qualcosa che riguarda solo un Paese o una
regione geografica".
In un articolo separato, ancora La Stampa nota che un blocco totale
della Rete negli Stati Uniti avrebbe conseguenze a livello
planetario: negli States sono basate molte delle realtà più
importanti di Internet e di là passa una quota massiccia del
traffico web. Impossibile fare una previsione precisa, ma è
probabile che se Obama spegnerà Internet negli Usa, blocchi a
catena o pesanti rallentamenti si riverberebbero praticamente
ovunque.
Non è chiaro dalla legge quale tipo di minaccia imporrà di
procedere al black-out, ma eliminare Internet avrebbe conseguenze
pesanti sulla vita di tutti i giorni, “tragiche”, secondo La
Stampa. “La rete è ormai pervasiva e serve a trasportare video e
voce, oltre che dati. Che cosa esattamente ci passi sopra e quanto
siano critiche le informazioni che vengono veicolate attraverso
Internet probabilmente non lo sa nessuno”.