IL CASO

Ofcom, bufera su Boris Johnson: l’ombra del conflitto di interessi sulla nomina del presidente

Il premier accusato dai laburisti di aver nominato come consulente del comitato che dovrà scegliere la nuova guida dell’authority Michael Prescott, partner dell’agenzia di PR Hanove: fra i clienti Facebook e Sky. “Non garantita imparzialità”

Pubblicato il 08 Nov 2021

tlc

Il premier britannico Boris Johnson è stato accusato di aver creato un conflitto di interessi in seno al regolatore delle comunicazioni Ofcom. A puntare il dito contro il capo del governo è il ministro ombra della Cultura, Jo Stevens. Johnson ha nominato Michael Prescott, lobbyista e partner della società di pubbliche relazioni Hanover, come consulente esterno per assistere Ofcom nella scelta del suo nuovo presidente. La scelta di Johnson, secondo la Stevens, è poco appropriata in quanto tra i clienti di Hanover ci sono aziende come Sky, Facebook e Apple e gli interessi difesi dall’agenzia di PR sono in conflitto con i compiti super partes del regolatore del mercato delle comunicazioni, che include media, telecomunicazioni e internet.

Prescott è stato nominato dal premier “senior external interviewer”. È un membro indipendente del panel presieduto da Sue Gray e incaricato dal dipartimento del Digitale, della cultura, dei media, dello sport di selezionare il nuovo presidente dell’authority. In una lettera indirizzata al governo Jo Stevens  esprime tutte le sue preoccupazioni sul ruolo di Prescott.

“Dubbi sull’intero processo di selezione” del nuovo presidente Ofcom

Nei mesi scorsi Downing Street ha portato avanti la candidatura di Paul Dacre, ex direttore del Daily Mail, ma un precedente panel di valutazione lo ha dichiarato “non eleggibile”. Ora la selezione riprende da capo e ciò permette a Dacre, noto critico sia della Bbc che delle piattaforme online, di presentare nuovamente la sua candidatura.

In una lettera al ministro della Cultura Nadine Dorries visionata dal Financial Times, il ministro ombra Stevens esprime dubbi su come si sta svolgendo il processo di selezione del nuovo presidente di Ofcom e la nomina di Prescott si inserisce “su questo quadro preoccupante”.

Prescott è managing director for corporate and political strategy di Hanover ed ex direttore corporate affairs di BT; è considerato vicino al partito Conservatore.

L’azione di lobby di Facebook contro la stretta regolatoria

Ofcom non regola Facebook, ma la Stevens fa notare che il governo vuole aumentare i poteri dell’authority di vigilare sui social media. “Questo sembra creare un conflitto di interessi”, scrive la Stevens, perché, al contrario, la agenzia Hanover cura le pubbliche relazioni del social media americano. Il ministro ombra della Cultura scrive anche che Facebook ha intrapreso “una massiccia azione di lobbying” in reazione alla proposta del governo di inasprire la supervisione regolatoria.

La nomina di Prescott sembra suscitare un conflitto di interessi anche per quel che riguarda la tv pubblica e Sky, che – nota Jean Seaton, direttore della Orwell Foundation e professore di storia dei media all’Università di Westminster “ha un interesse diretto a vedere la Bbc perdere importanza”.

La disputa mina la trasparenza del regolatore

Il ministero del Digitale, della cultura, dei media e dello sport ha replicato che il panel che valuta i candidati al ruolo di presidente di Ofcom è stato approvato da una commissione pubblica indipendente e che “non ci sono conflitti di interessi”. Il governo afferma he Prescott non ha “rapporti diretti” con i clienti di Hanover che sono regolati da Ofcom e comunque il manager si è volontariamente sospeso dalle attività con i clienti di Hanover finché sarà parte del panel Ofcom.

Dall’agenzia Hanover fanno sapere che Michael Prescott ha conoscenza dell’intero settore dei media e delle telecomunicazioni e ha sempre dimostrato integrità. Il manager ha condiviso col governo la lista dei suoi clienti, che non include Sky o Facebook.

Ma il professore Damian Tambini della London School of Economics fa notare che la disputa sulla nomina mette comunque a rischio la reputazione cristallina di cui ha finora goduto Ofcom. Secondo Tambini se Prescott ha legami significativi con le aziende regolate da Ofcom “questo dovrebbe squalificarlo” dal ruolo.

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