RADIO SPETTRO

Ofcom liberalizza le frequenze

L’Authority del Regno Unito avvia una consultazione pubblica per aprire all’uso dell’Lte le bande oggi riservate a Gsm e Umts. Ma secondo Matthew Howett (Ovum) “per il refarming ci vorranno anni”

Pubblicato il 01 Feb 2013

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Ofcom, l’autority delle Comunicazioni del Regno Unito, ha avviato oggi la consultazione pubblica per ampliare al 4G tutte le licenze 2G e 3G già assegnate agli operatori. La proposta di variazione riguarda tutte le licenze già assegnate sulla banda a 900 Mhz, 1800 Mhz e 2100 Mhz. Un altro obiettivo dell’Ofcom è quello di consentire la trasmissione del 4G attraverso le stazioni base Umts attive in banda a 900 Mhz, aumentando la potenza di trasmissione degli impianti. In altre parole, se la consultazione andrà a buon fine, gli operatori che detengono licenze Umts e Gsm potranno trasmettere l’Lte anche sulle frequenze che ad oggi sono riservate alle vecchie tecnologie mobili 2G e 3G.

Secondo alcuni esperti, l’iniziativa dell’Ofcom, apprezzabile nel merito perché libera freqeunze in ottica di potenziamento dell’Lte, sembra una sorta di risarcimento nei confronti dell’alzata di scudi nei confronti dell’Autority degli operatori mobili Vodafone, O2 e 3 Uk, che prima dell’asta Lte, attualmente in corso nel Regno Unito, avevano pesantemente contestato il via libera concesso all’operatore EE (Everything Everywhere) di partire in anticipo (già a ottobre 2012) con il roll out dell’Lte dopo il refarming delle frequenze a 1800 Mhz.

Se la consultazione pubblica dell’Ofcom non troverà ostacoli, presto nel Regno Unito le tecnologie 2G (Gsm), 3G (Umts e WiMax) e 4G (Lte) potranno viaggiare indistintamente su tutte le bande di frequenza assegnate con licenza agli operatori. L’obiettivo dell’Ofcom è quello di eliminare le barriere regolamentari che limitano l’utilizzo delle tecnologie mobili di ultima generazione, in particolare l’Lte, soltanto a determinate bande dello spettro radio.

La consultazione dell’Ofcom è figlia di precise richieste arrivate dagli operatori mobile per estendere le licenze 2G e 3G anche al 4G. In particolare, l’Ofcom fa sapere che Vodafone e H3g hanno chiesto formalmente all’Autority di togliere i lacci regolamentari, che impediscono di utilizzare l’Lte sulle bande spettrali a 900 Mhz, 1800 Mhz e 2100 Mhz nel caso di Vodafone, a 2100 Mhz nel caso di H3g.

Inoltre, Telefonica e Vodafone hanno chiesto di modificare le loro licenze d’uso della banda a 900 Mhz Public Wireless Network, in modo da potenziare al massimo il potere trasmissivo delle stazioni radio base per l’utilizzo della tecnologia 3G.

Il cambio di destinazione d’uso delle frequenze 2G e 3G per l’utilizzo del 4G non prevederebbe oneri aggiuntivi per gli operatori nel regno Unito e non sarebbe in alcun modo collegata all’esito dell’asta frequenze Lte in Uk, per la vendita di freqeunze a 800 Mhz e 2,6 Ghz in corso d’opera.

Secondo Matthew Howett, telecoms regulation analyst di Ovum, “La decisione dell’Ofcom di liberalizzare le bande a 900 Mhz, 1800 Mhz e 2,1 Ghz per I servizi mobile 4G sarà bene accolta dagli operatori ed è completamente in linea con l’impegno di altri paesi e dell’Ofcom stessa di superare l’approccio del passato delle policy di gestione dello spettro radio, basate su un controllo stringente dell’uso dello spettro – dice – Tuttavia, nonostante l’apertura delle frequenze riservate al 2G e 3G al 4G, è improbabile che nel breve periodo gli operatori sfruttino questa possibilità”.

“In prima istanza – prosegue Howitt – gli operatori devranno procedere ad un lungo e costoso processo di refarming delle frequenze 2G e 3G e per fare ciò ci vorranno anni e non mesi. Di conseguenza, in prima istanza molto probabilmente il 4G sarà lanciato sulle frequenze messe all’asta e oggetto della gara alla quale stanno partecipando Vodafone, O2 (Telefonica) e 3 Uk“.

Secondo quanto emerge da un recente report pubblicato da Ovum, “The Regulatory Consequences of Spectrum Refarming”, “precedenti tentativi dell’Ofcom di liberalizzare le frequenze a 900 Mhz e a 1800 Mhz per servizi 3G sono stati fortemente ostacolati da parte dell’industria: per fare ciò è necessario sarebbe stato necessario sottrarre porzioni di spettro a certi operatori per ridistribuirle ad altri, allo scopo di distribuire in maniera più equa i vantaggi che gli operatori possono avere dal refarming. Probabilmente queste proposte hanno contribuito pesantemente ai ritardi accumulati dal Regno Unito nell’avvio dell’asta Lte soltanto a gennaio di quest’anno”.

“Con l’aumento progressivo della domanda di traffico mobile, i regolatori si sono mossi nella direzione di liberalizzare alcune porzioni di spettro in precedenza riservate a determinate tecnologie. Si tratta di una mossa positiva, un meccanismo che consente agli utenti dello spettro radio di stabilire il reale valore economico dello spettro e il modo migliore di utilizzarlo – si legge nello studio – Diversi operatori virtuali (Mvno) si sono avvantaggiati di quest’ondata di liberalizzazioni, avviando così servizi 3G; questo tipo di approccio può portare grossi vantaggi in termini di risparmi, diminuendo il numero di stazioni radio base sul territorio, migliorando inoltre la copertura 3G. In alcuni casi, il refarming ha consentito inoltre di guadagnare vantaggi competitivi con il via al 4G prima dell’asta, (come avvenuto in Uk con EE, partita con il 4G grazie al refarming delle freqeunze a 1800 Mhz ndr)”.

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