L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno cambiato profondamente il modo in cui gli italiani utilizzano la Rete. Con un ricorso massiccio allo smart working, all’home-schooling e all’uso di piattaforme di videocall per rimanere in contatto costante con parenti, amici e colleghi di lavoro.
In questo contesto di trasformazione, Mix (Milan Internet Exchange) il principale punto di interscambio di reti IP in Italia con 320 operatori connessi, ha rilevato come il cambiamento nei comportamenti determinato dall’emergenza Covid-19 si sia tradotto in un aumento della domanda di efficienza e connettività che ancora perdura.
Delle strategie di Mix per sostenere gli operatori-clienti, e di riflesso anche il consumatore finale, ne parliamo con il direttore commerciale Cristiano Zanforlin.
Zanforlin, che iniziative ha messo in campo Mix per sostenere gli operatori in questi mesi?
Fin dai primi giorni di lockdown abbiamo aperto le nostre porte di traffico e garantito upgrade soprattutto per quegli operatori che avevano servizi “strozzati a monte”. Dal 1° luglio inoltre abbiamo ridotto i nostri listini, in qualche caso li abbiamo addirittura dimezzati, a favore di quei soggetti che hanno dovuto investire fortemente nel sovradimensionamento delle reti per rispondere all’aumento di domanda. In sostanza abbiamo eliminato la fatturazione extra-traffico. Sono inoltre state gestitein emergenza molte espansioni di Isp e Ott e, pur non avendo mai costituito un collo di bottiglia, sono stati apportati ulteriori miglioramenti alle infrastrutture.
E adesso?
Mix ha deciso di prorogare l’azione solidale promossa nel periodo di emergenza: le maggiori necessità di traffico, su risorse esistenti, degli operatori collegati saranno rese disponibili a titolo gratuito fino alla fine dell’anno in corso.
Qual è l’obiettivo di questa iniziativa?
Con questa operazione intendiamo supportare ancora tutti gli operatori che hanno investito a livello strutturale nel sovradimensionare la loro rete rispetto alle esigenze standard. La maggior parte di essi sono operatori di piccole e medie dimensioni che partecipano con capillarità, nella geografia delle reti Internet italiane, a soddisfare la richiesta crescente di servizi digitali del Paese, consentendo a milioni di persone di vivere una nuova normalità, sempre più smart.
Presumibilmente lo stato di emergenza sarà prorogato fino al 31 ottobre. Perché avete deciso di allungare la vostra iniziativa fino a fine anno, invece?
Stiamo vivendo un momento storico: l’Italia è un bivio digitale. E Mix vuole fare la sua parte dando un assist agli operatori, anche quelli più piccoli, per avviare un processo di trasformazione in ottica inclusiva. C’è poi un tema di responsabilità sociale: Mixha una mission no-profit nonostante sia una srl. Crediamo che non sia “etico” speculare sull’extra-traffico in un momento così delicato.
Nel 2020 cade il ventennale di Mix. Lo avete “festeggiato” arrivando a collegare tutta Italia. Ci racconta cosa è successo?
Fino a quest’anno solo in Basilicata mancava un nostro peer, ora con il collegamento di WeNetwork, Mix ne ha almeno uno in tutte le regioni italiane. Alcune regioni sono già da tempo allo step successivo, grazie alla presenza di pooling-Mix locali, mentre la Sicilia, potendo vantare un PoP Mix, è già allo step 3. In questo modo puntiamo a stimolare la crescita di ecosistemi delocalizzati, idealmente gestiti da Isp locali, per ottenere un routing del traffico più efficiente e performante rispetto al grande nodo centrale.