Non c’è accordo nel governo sulle nuove norme Opa. Se questa mattina in Senato il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, aveva assicurato “tempi brevissimi” per la legge, sottolineando dunque un impegno del governo a rivedere le soglie, cos’ come chiesto nella mozione Mucchetti, il vice ministro alle Comuncazioni, Antonio Catricalà frena. “Sono favorevole ad una riforma del settore come avevo detto da presidente dell’Antitrust”, ma “il momento in cui viene fatta non mi convince e non posso cambiare idea su questo perché abbiamo l’immagine di un paese aperto al mercato da difendere”. ha detto
Stamattina intanto il Senato Massimo Mucchetti, primo firmatario della mozione sulle modifica Opa, ha trasformato l’emendamento – ieri inserito e poi eliminato del decreto Imu – in un ordine del giorno in materia, approvato dall’assemblea di Palazzo Madama a larghissima maggioranza e con il parere favorevole di relatore e governo.
Nell’Odg e nelle mozioni precedenti si chiede di rivedere la normativa sull’Opa e di impegnare la Consob a fare “una fotografia tramite la sua banca dati – spiega Mucchetti – di grandi imprese che detengono quote di controllo di minoranza”. “Tecnicamente ci vogliono 30 giorni – ha sottolineato il senatore Pd – e dato che il governo è composto da uomini e donne di parola ci aspettiamo che la norma venga varata al più presto, se non lo fanno si creerà un grosso problema”. Mucchetti non esclude che il provvedimento potrebbe essere adottato dal governo già nei prossimi giorni.
“La proposta di normativa prevede un’esame ex ante e non ex post della correttezza delle offerte di acquisto – ha detto ancora Mucchetti – il presidente Vegas ha chiarito il 24 settembre che l’accordo con Telefonica è da considerarsi una premessa di compravendita, subordinata a clausole sospensive e ad accordi antitrust che riguardano le autorità brasiliane e argentine, quindi siamo ancora in tempo”.
L’Odg, dapprima presentato come emendamento, chiede che l’Opa sia “promossa da chiunque acquisisca il controllo di fatto della società, qualora la partecipazione acquisita dia diritti di voto inferiori al 30% del capitale ordinario. Per “controllo di fatto” si intende il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie, di amministratori che abbiano poteri tali da esercitare un’influenza dominante sulla gestione sociale”. Viene disposto inoltre che “la Consob individua con cadenza almeno annuale le società nelle quali il controllo di fatto viene esercitato con una partecipazione che da’ diritti di voto inferiori al 30 per cento del capitale ordinario” e che “lo statuto delle società può prevedere che la soglia, di cui al comma l, abbia un valore compreso tra il 20% e il 40%”.
Ieri erano stati ritirati tutti gli emendamenti per permettere al decreto Imu di andare in aula oggi ed essere approvato entro il 30 ottobre. I firmatari hanno acconsentito a ritirare la modifica contenente le norme sulla “nuova opa”, ma in cambio il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, si era formalmente impegnato per conto del governo a varare un decreto legge con le nuove norme sul’opa.
L’impegno del governo è stato apprezzato dai piccoli azionisti di Telecom Italia. “Asati apprezza positivamente l’impegno che il Governo, per il tramite del Vice Ministro Fassina, – spiega una nota dell’associazione – si è assunto collegialmente in merito alla variazione delle norme relative all’Opa recependo le proposte della mozione presentata dal Senatore Mucchetti e altri senatori e votata dal Senato”. Lo sottolinea una nota dell’associazione dei piccoli azionisti secondo cui “la variazione di tali norme non sono un cambiamento in corsa ma rappresentano un doveroso adeguamento della legislazione in materia a quanto già effettivamente in vigore in larga parte dei Paesi Europei”.
Asati auspica a valle dell’emanazione del decreto, “che attendiamo in tempi strettissimi e nei prossimi immediati giorni, l’ulteriore intervento della Consob con l’emanazione del regolamento attuativo entro il 31 dicembre di quest’anno”.
“Un ulteriore plauso va anche al Consiglio Direttivo della Confindustria che nella giornata di ieri – conclude la nota – riunito per discutere anche sul tema, ha dato parere unanime e positivo alla riforma considerandola ormai matura e necessaria”.
Nel testo dell’emendamento si legge che per controllo di fatto “si intende il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie, di amministratori che abbiano poteri tali da esercitare un’influenza dominante sulla gestione sociale”.