Testare sul campo i servizi ultrabroadband sulle reti Ftth. Per sei mesi. In modo da spingerne la commercializzazione. È questa la novità annunciata oggi da Open Fiber. La sperimentazione le aree bianche, ossia i cosiddetti cluster C e D oggetto dei primi due bandi Infratel che la società capitanata da Elisabetta Ripa ha portato a casa incassando di fatto i lavori per quasi tutte le regioni italiane.
Quattro i Comuni coinvolti nella sperimentazione: Fino Mornasco (CO), Anguillara Sabazia (RM), Campagnano di Roma (RM) e San Giovanni La Punta (CT). E gli operatori di Tlc che aderiranno potranno usufruire a titolo gratuito dei servizi per la fornitura ai cittadini della connessione in modalità Ftth. “Open Fiber – si legge in una nota dell’azienda – sta procedendo nella realizzazione dell’infrastruttura finalizzata a ridurre il divario digitale nei territori meno densamente popolati. In tali aree saranno oltre nove milioni le abitazioni e sedi produttive e della Pubblica Amministrazione, collegate in diciassette Regioni italiane” Ad oggi, puntualizza inoltre l’azienda, sono stati aperti cantieri in circa 900 comuni e si prevede di raggiungere “quota 1000” entro la fine del 2018.
La società guidata da Ripa è stata inoltre protagonista in giornata di alcuni rumors: sarebbe in corso una trattativa con Tim per un accordo tecnico-commerciale sulla fibra. Il presidente Franco Bassanini in occasione della convention europea di Huawei – in cui peraltro è stato annunciato un accordo fra la società cinese e Tim (per offrire alle imprese italiane servizi innovativi basati sulla tecnologia SD-Wan) – è intervenuto sul tema delle reti. L’evoluzione del mercato – ha detto Bassanini – potrebbe portare a una “rimonopolizzazione delle reti di distribuzione attraverso la fusione tra i vecchi incumbent e le nuove reti in fibra”. Bassanini ha sottolineato che una soluzione di questo tipo “potrebbe ridurre il rischio di avere una duplicazione di investimenti in molte aree e nessun investimento” in altre. Ci sarebbe infatti “un singolo operatore che serve tutti i retailers” e che avrebbe “tutti gli incentivi necessari a estendere la copertura e a garantire i prezzi di accesso” anche “favorendo la concorrenza”.