Su Open Fiber si alza il pressing del fondo di investimento Wren House: secondo indiscrezioni di Reuters, Enel ha ricevuto una manifestazione di interesse per la sua quota del 50% nell’operatore italiano della fibra wholesale-only. Wren House ha sede in Regno Unito ma è la divisione dedicata agli investimenti in infrastrutture del fondo di investimento sovrano del Kuwait, Kia. Non ci sono per ora indiscrezioni sulla cifra offerta.
Open Fiber interessa anche al fondo Macquaire
Enel ha ricevuto altre proposte per la sua quota in Open Fiber. Lo scorso mese si è fatto avanti, con un’offerta non vincolante, il fondo infrastrutturale australiano Macquaire, disposto a comprare tutta o anche solo una percentuale della partecipazione di Enel. Le indiscrezioni di stampa hanno quantificato l’offerta di Macquaire intorno agli 8 miliardi di euro, incluso il debito.
Come noto, l’altro 50% di Open Fiber è in mano a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che potrebbe esercitare la prelazione sulla quota in mano a Enel. Le due partner hanno avviato a giugno una trattativa sulla possibile integrazione della rete a banda larga fissa di Open Fiber con quella di Tim, senza mai raggiungere un accordo. Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha invitato Enel e Tim a firmare un’intesa preliminare entro fine luglio per la creazione di una rete broadband unica.
Il governo spinge per la rete unica Tlc
La partita della rete unica di telecomunicazioni resta aperta, ma il governo italiano spinge per l’integrazione tra i due operatori infrastrutturati. Il nodo verrebbe sciolto attraverso la doppia discesa in campo di Cdp che, da un lato, andrebbe a rilevare il 100% di Open Fiber e dall’altro si prenderebbe una quota nella newco FiberCop (in cui convergerebbe anche la joint venture FlashFiber di Tim e Fastweb). Ciò “garantirebbe” la terzietà dell’operazione sgombrando il terreno dalle questioni legate alla governance e alla proprietà dell’infrastruttura, che se restasse in capo a Tim incapperebbe nella questione dell’operatore verticalmente integrato.
In casa Tim gioca anche Kkr che sta lavorando al dossier FiberCop su cui potrebbero esserci aggiornamenti nel cda previsto il 4 agosto. Resta da capire a questo punto che ruolo avrebbero Macquaire e Wren House Infrastructure, interessati a rilevare la maggioranza o parte consistente della quota di Enel.
Nonostante i nodi da sciogliere, per gli analisti di Equita Sim è evidente “la pressione del governo per arrivare a definire il progetto della rete unica in tempi molto brevi. Pensiamo che le chance di successo del deal, nonostante anni di discussioni inconcludenti, siano elevate. A nostro avviso si tratterebbe di un importante catalyst positivo per Tim anche se saranno da verificare ovviamente le valutazioni relative e la governance”.
Sul tema della rete unica è intervenuto anche l’ex Ad di Tim Franco Bernabè, oggi presidente di Cellnex: anche se fossero sotto la stessa proprietà, le due infrastrutture di Tim e Open Fiber sarebbero destinate a rimanere separate perché sono entrambe complete, dal backbone in avanti, ma realizzate con tipologia e architettura differenti, e non sono perciò integrabili, secondo quanto affermato dal top manager sul Sole 24Ore. Bernabè si è anche detto contrario alla newco, che sarebbe fuori tempo rispetto a quando, qualche anno fa, si aprì il tema dello scorporo della rete Tim. Pur mettendo insieme le infrastrutture di Tim e Open Fiber “non si arriverebbe a una rete unica perché di reti in Italia ce ne sono altre”, e resterebbero poi il nodo antitrust e quello del “destino” di una Tim senza rete.
Ripa: “Open Fiber ha un modello collaborativo”
Separatamente, l’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa, ha dichiarato che sulle reti Tlc e la fibra “ci vuole un approccio tattico, non populista”. Intervenendo alla presentazione sul Libro bianco sull’economia digitale del Centro economia digitale, Ripa ha detto che “Nel medio termine l’obiettivo è la fibra”. Siamo “di fronte a una sfida importante che non ci vede partire da zero, ora si tratta di accelerare. Open Fiber ha un modello aperto, collaborativo”.