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Open Fiber, vanno avanti le interlocuzioni con Macquarie sulla ricapitalizzazione



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Cassa depositi e prestiti nei giorni scorsi ha deliberato l’impegno a sottoscrivere l’aumento di capitale da oltre 1 miliardo di cui 630 milioni in capo a Cdp. La quota del fondo australiano dovrebbe ammontare a 420 milioni ma c’è da sciogliere il nodo aree grigie legato all’iter del provvedimento nella Finanziaria 2025 sulla ripartizione dei numeri civici. Dalle banche attesi finanziamenti per circa 1,3 miliardi. Il punto a Telco per l’Italia il 12 dicembre

Pubblicato il 11 dic 2024



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Proseguono le interlocuzioni tra Cdp e Macquarie per raggiungere un accordo su come e quando ricapitalizzare la controllata Open Fiber, anche se il consiglio della società della rete in fibra non riesce ancora a sciogliere i nodi su tempi e modalità. Resta l’impegno preso nei giorni scorsi da Cassa depositi e prestiti, che ha deliberato di sottoscrivere un aumento di capitale di 1,050 miliardi di euro in tutto (630 milioni il pro-quota di Cdp), secondo quanto concordato quest’estate con le banche che, da parte loro, dovrebbero contribuire con nuovi finanziamenti per quasi 1,3 miliardi con scadenza 2029.

Il fondo australiano Macquarie, che detiene il 40% di Open Fiber, già a luglio aveva deliberato l’impegno a sottoscrivere la propria quota – 420 milionivincolando però l’effettiva erogazione di capitale alla sistemazione della questione delle aree grigie dove l’ad Giuseppe Gola, al suo insediamento, aveva denunciato difficoltà a completare i lavori entro il termine di fine giugno 2026 fissato per l’utilizzo dei fondi del Pnrr.

Le interlocuzioni sulla ricapitalizzazione di Open Fiber

I soci sono pronti a fare la propria parte per il sostegno a Open Fiber, per cui il finanziamento con le banche potrebbe chiudersi a breve, riporta Il Sole 24 Ore. Tuttavia, nella discussione sulle modalità della ricapitalizzazione, tra i due azionisti (60% Cdp equity e 40% Macquarie in Open Fiber Holdings) sono emerse delle divergenze.

Secondo quanto indicato da Repubblica, in sede di cda, Cdp si è detta pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale da 1,05 miliardi anche da sola, mentre Macquarie preferirebbe un prestito ponte per non registrare, con la contestuale valutazione della società, una minusvalenza. Ad oggi Macquarie ha in carico Open Fiber a un valore di 5,5 miliardi, mentre Cdp ha già svalutato ed è a poco più di 2 miliardi.

L’aumento di capitale è funzionale al maxi finanziamento da parte di un pool di banche per completare la rete entro il 2026.

Il nodo della valutazione dovrà prima o poi sciogliersi, riferisce Il Sole, se non altro quando si avvieranno le discussioni sulla “rete unica” con FiberCop, la ex rete di Telecom, considerato anche che nei diversi bilanci la partecipazione è contabilizzata in modo differente: in quello 2023 di Open Fiber Holdings, infatti, il 100% di Open Fiber è a carico di 3,952 miliardi con il criterio del costo, mentre nel bilancio di Cdp equity il 60% è iscritto per 1,365 miliardi (quindi il 100% vale 2,275 miliardi) come “valore recuperabile in ottica net asset value”. Infine, nel consolidato di Cdp, la partecipazione in Open Fiber Holdings, a patrimonio netto, è registrata per 1,2 miliardi, che corrispondono a 2 miliardi per il 100%.

La questione delle aree grigie

Quanto alla questione delle aree grigie, non è stata risolta ma si fa più concreta per Open Fiber la possibilità di ottenere uno “sconto” sui numeri civici da coprire nelle aree grigie, dove l’operatore si è aggiudicato otto lotti e FiberCop i restanti sette.

È legato, infatti, alla Finanziaria il provvedimento che consente di ridurre di 150mila unità i numeri civici da coprire nelle aree grigie (di cui 90mila nelle zone appaltate a Open Fiber), calcolati come differenza tra quanto previsto dai bandi e quanto concordato con l’Ue.

È, inoltre, da considerare la sostituzione di 46mila civici con civici di “prossimità”, usciti dalla consultazione pubblica di qualche mese fa – non una cifra veramente significativa, se sei considera che i civici da cablare negli otto lotti di Open Fiber sfioravano i 2,2 milioni.

In parallelo sono in arrivo da parte di alcune Regioni (Lazio, Sicilia e Calabria) i primi 50 milioni per il riequilibrio delle condizioni economico-finanziarie della concessione nelle aree bianche, a fallimento di mercato, dove OpenFiber si è aggiudicata tutti i bandi per costruire la rete in fibra, rispetto a un totale di 660 milioni. I restanti 620 milioni saranno erogati in tre tranche nel triennio 2027-2029 (è in corso con la Finanziaria l’iter parlamentare).

Appuntamento a Telco per l’Italia il 12 dicembre

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