LO SCENARIO

Operatore unico delle torri, il percorso a ostacoli

Archiviata l’opas di Ei Towers su Rai Way, rimane in primo piano la suggestione del campione nazionale che potrebbe coinvolgere anche il mondo Tlc. Ma in questo caso servirà un coordinamento forte e nuovi investitori

Pubblicato il 28 Apr 2015

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Al di là delle schermaglie degli ultimi mesi, con l’Opas prima lanciata e poi ritirata da Ei Towers su Rai Way, quello dell’operatore unico delle torri è un tema che ormai ha fatto breccia tra i player del settore. Con una serie di paletti. Alcuni sono stati posti oggi proprio dall’Ad di Rai Way, Stefano Ciccotti: “Quello dell’operatore unico è un tema che si può affrontare – ha detto – ma le sinergie vanno misurate. E’ ovvio che qualsiasi intervento di razionalizzazione industriale va nella giusta direzione, ma va misurato. Il tema di un ‘campione delle torri’ è mal posto: prima ci deve essere un disegno industriale convergente”.

E proprio questo disegno industriale convergente potrebbe portare a tenere insieme sia le infrastrutture di trasmissione per i broadcaster, sia quelle degli operatori Tlc. Un tema al quale appare “naturalmente” collegata la prossima quotazione in borsa delle torri Telecom attraverso la newco Inwit. “Nel momento in cui le torri sono sul mercato – ha detto al termine dell’assemblea dei soci il presidente di Rai Way, Camillo Rossotto – diventa per noi un nuovo interlocutore con cui poter interagire per eventuali convergenze. Quella è la migliore infrastruttura telco, noi siamo la migliore infrastruttura broadcast”. Così, sottolinea Rossotto, “ritengo che nei prossimi mesi quello dell’operatore unico potrebbe essere un tema su cui esercitarsi mentalmente”.

Ma perché la prospettiva possa davvero gettare le fondamenta, come da più parti è stato sottolineato negli ultimi mesi, è necessario che venga allo scoperto “un coordinatore”, qualcuno che si occupi di verificare l’effettiva valenza industriale di un “campione nazionale delle torri”, magari anche tenendo in considerazione i risultati che esperienze di questo genere stanno ottenendo fuori dall’Italia. Un identikit che secondo gli addetti ai lavori si sposa bene con il ruolo del Governo, un po’ come sta avvenendo per la banda larga.

Se si arrivasse alla conclusione che il gioco valga la candela, a quel punto, sarà necessario far sedere tutti attorno allo stesso tavolo e delineare una strategia, che coinvolga anche altri investitori pubblici e privati. Le suggestioni non mancano, da momento che più di una volta si è ultimamente vociferato di un eventuale ruolo di Cassa depositi e prestiti, ma anche di fondi privati che sono già presenti su più versanti di questo campo, e che potrebbero trarre giovamento da un processo di consolidamento dell’intero settore.

Tenendo anche presente che un modello del genere, che coinvolga anche le Tlc e una platea di nuovi investitori, potrebbe attenuare i profili critici dell’operazione rispetto alle norme antitrust, che sembravano uno degli ostacoli insuperabili dell’Opas di Ei Towers su Rai way per via della loro caratteristica di operatori verticalmente integrati nel settore televisivo.

Proprio in una prospettiva di questo genere potrebbe rientrare in gioco anche la società delle torri Mediaset, i cui vertici hanno ultimamente sottolineato con forza la valenza industriale della creazione di un operatore unico, definendo la rinuncia di Ei Towers come un “arrivederci” e non un addio.

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