Qualche preoccupazione di troppo da parte della Commissione europea
(e degli operatori concorrenti) sulla annunciata fusione delle
attività inglesi di Deutsche Telekom e France Telecom nella
telefonia mobile? I due partner mettono le mani avanti e offrono
spontaneamente di rinunciare a parte degli asset comuni pur di
ottenere un rapido via libera dell’organo antitrust della Ue ed
evitare una lunga indagine dei regolatori britannici sulla
possibile concentrazione di mercato causata dalla joint venture
franco-tedesca. L’offerta sul piatto potrebbe essere sufficiente
a fugare i timori: Deutsche Telekom e France Telecom hanno proposto
di vendere parte del loro spettro radio combinato e fornire alcune
garanzie di network sharing.
Lo affermano fonti vicine alle due aziende, che aggiungono che la
Commissione europea ha replicato alla proposta chiedendo ai
principali player del settore mobile britannico (Vodafone, O2 di
Telefonica e 3Uk di Hutchison Whampoa) di valutare se l’offerta
riduce le loro preoccupazioni sull’impatto della fusione sulla
concorrenza. Anche Bt sarebbe stata interpellate dalla Commissione
Ue: in Gran Bretagna il gruppo è leader nel business delle linee
fisse ma offre anche servizi mobili tramite la rete di Vodafone
come operatore virtuale e ha già espresso preoccupazione in
passato sulla futura assegnazione in Uk delle porzioni di spettro
di maggior valore. Altri operatori virtuali del Paese sono più
piccoli e includono la catena di supermercati Tesco, che usa la
rete di O2, e Virgin Mobile, che usa quella di T-Mobile.
Entro la
fine della settimana gli operatori dovranno rispondere alla
Commissione europea.
Deutsche Telekom ha annunciato a settembre scorso l’intenzione di
fondere la sua filiale T-Mobile Uk con Orange di France Telecom. I
business mobili delle due aziende hanno avuto difficoltà a
competere contro i leader del mercato inglese Telefonica O2 e
Vodafone.
L’unione di T-Mobile e Orange verrebbe a creare un
vero colosso della telefonia mobile nel Paese con un market share
del 37% contro il 27% di O2 e il 25% di Vodafone. Ridurrebbe anche
il numero dei grandi player sul mercato da tre a quattro. La
fusione metterebbe inoltre nelle mani della neo-costituita società
una grossa fetta dello spettro radio per i servizi mobili su banda
larga che sono l’avanguardia delle tlc, in particolare nella
frequenza dei 1800 Megahertz. Infine, del merger potrebbe soffrire
un accordo di network sharing che T-Mobile ha con 3Uk, perché
Orange ha la propria rete. Di qui l’offerta dei due partner di
vendere parte dello spettro e di fare qualche concessione di
network sharing a 3, il più piccolo degli operatori.
Sciogliendo
questi nodi, la resistenza dei rivali all’accordo potrebbe
ammorbidirsi.
Il managing director di T-Mobile Uk, Richard Moat, ha dichiarato a
novembre di sperare che l’accordo si concluda e che la joint
venture possa essere avviata per la metà del 2010.
L’Office of
fair trading britannico (Oft) ha detto alla Commissione Ue a inizio
febbraio di volersi occupare direttamente della revisione della
proposta di joint venture perché pone serie minacce alla
concorrenza sul mercato Uk. Le concessioni che Deutsche Telekom e
France Telecom stanno pensando di fare all’Ue servirebbero dunque
a evitare lunghe indagini dell’antitrust britannico. La
Commissione europea ha fino al 1 marzo per decidere come muoversi,
se dichiararsi soddisfatta, passare la palla alla Oft o lanciare
una propria indagine. Anche questa, non avrebbe tempi brevi, ma le
due aziende interessate garantiscono che le trattative con le parti
interessate sono già avviate e molto “costruttive”.