Le proposte di riforma del settore telecom avanzate dalla Commissione europea questa settimana non rappresentano una sorpresa per osservatori e analisti ma ciò non toglie che fissino un piano di azione ambizioso per arrivare al mercato unico delle telecomunicazioni in Ue: questo il commento di Luca Schiavoni, anlista di Ovum specializzato in telecoms regulation.
“Ci sono diversi elementi che riguardano gli operatori e una certa coerenza sarà apprezzata da tutte le parti”, indica l’analista. “La Commissione ha adottato un approccio ‘carota e bastone’ in cui la carota è rappresentata dalla libertà di fissare i prezzi dell’accesso Nga. Questo elemento sarà sicuramente apprezzato dagli operatori che possiedono reti in fibra, mentre ci aspettiamo critiche dalle aziende in cerca di accesso”.
“La Commissione si è anche mostrata relativamente ragionevole nel suo approccio alla neutralità della rete. Esigere che la trasparenza conti più della velocità di connessione e della capacità di banda è prassi comune quasi ovunque nel mondo. L’impegno a mantenere viva la ‘corsia per i veicoli lenti’ se si usano forme di traffic management dovrebbe essere sufficiente”.
“Non sorprendono nemmeno le proposte delle Commissione sul roaming”, continua Schiavoni, “un tema molto caro ai politici dell’Ue: la promessa di abolire le tariffe di roaming è sicuramente un argomento importante in vista delle elezioni europee e tuttavia non lo consideriamo così dannoso per gli operatori come può apparire. Ci sarà invece un forte incentivo per gli operatori a stringere accordi per il roaming pan-europei per offrire roaming a costo zero ai clienti ed evitare gli obblighi connessi col decoupling che entreranno in vigore da luglio 2014. D’altro canto, provider alternativi di roaming non avanno grande interesse a entrare su un mercato con margini di profitto sempre più sottili. I consumatori beneficeranno indubbiamente del nuovo zero roaming in Ue, ma gli operatori avranno comunque la libertà di far salire i prezzi retail complessivi nonché quelli del roaming verso paesi non-Ue”.
“E’ invece stata messa da parte l’idea di un singolo regolatore europeo, diversamente dalle iniziali intenzioni. Anche se sembra logico pensare a un’unica authority che vigili sul settore, tale ente si troverebbe ad affrontare notevoli problemi per via delle diversità nazionali e delle aste per lo spettro condotte Paese per Paese”.