CONFINDUSTRIA

Parisi: “Agenda digitale, la competenza sia di Letta”

Il presidente di Confindustria Digitale: “Bisogna snellire la governance. Il premier dia una delega mirata a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio”

Pubblicato il 13 Mag 2013

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“La responsabilità del grande programma dell’Agenda digitale dovrebbe essere portato sotto l’unica responsabilità del premier Enrico Letta che, poi a sua volta, dia una delega mirata ad un sottosegretario alla presidenza del consiglio preposto alla digitalizzazione del nostro Paese”. E’ questo l’auspicio e l’indicazione che arrivano dal presidente di Confindustria digitale, Stefano Parisi, che, a margine della presentazione del primo corso di laurea in Italia in Ingegneria delle tecnologie di Internet presso l’universita di Roma Tor Vergata, è intervenuto sul ritiro da parte del governo dello statuto dell‘Agenzia per l’Italia digitale. “E’ molto importante per la realizzazione di questo complesso ma indispensabile programma che si asciughi la governance oggi ancora affidata a troppe responsabilità parcellizzate”, ha aggiunto Parisi.

“Abbiamo di fronte a noi anni importanti per l’innovazione e dobbiamo fare presto – ha ricordato – Il 38% delle richieste di lavoro legate all’Ict non sono reperibili sul mercato italiano, e questo è grave”.

“Questa carenza – ha sottolineato ancora Parisi – sta incidendo molto sulle aziende del settore, le imprese dell’Ict oggi hanno grandi problemi a reperire professionalita’ specializzate eppure domani significano grandi opportunità di occupazione. Il problema della scarsità dei laureati in queste materie è un problema paese che frena l’innovazione perché qualunque cosa esista nel mondo oggi ha bisogno di internet e l’Italia ha invece i due terzi del personale della pubblica amministrazione formato ancora con il linguaggio Cobol che non esiste di fatto più”.

Le parole del presidente di Confindustria digitale arrivano all’indomani degli ultimi dati diffusi nel Wwworkers Camp, il summit che si è tenuto a Bologna, che dimostrano come il digitale abbia creato in Italia 700 mila posti di lavoro in 15 anni, una massa di possibilita’ occupazionale che richiede adeguate e mirate competenze.

Parisi ha più volte ribadito, anche in passato, il fatto che l’Agenda digitale è la vera manovra economica da mettere in campo. “Dopo il decreto Crescita 2.0, che ha introdotto misure importanti ma parziali e da completare con i decreti attuativi – ha detto, ad esempio, in occasione di un convegno della Camera di Commercio di Roma – il processo di digitalizzazione del Paese deve diventare un progetto strategico, da sviluppare in parallelo per tempi e importanza politica alle manovre di risanamento del bilancio dello Stato”. Avviare “un vasto programma di risanamento della PA e dei suoi rapporti con i cittadini e le imprese, spingere sull’alfabetizzazione digitale e sulla formazione di lavoratori” è quanto ritiene indispensabile il numero uno di Confindustria Digitale per portare avanti l’Agenda digitale italiana.

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