“Da parte della politica italiana sta montando una voglia di tassare l’economia digitale. Sono segnali che contrastano con gli obiettivi dell’Agenda digitale. In pochi giorni è scoppiato il caso Web Tax, che ha rischiato di porre l’Italia inutilmente in contrasto con il quadro comunitario; il Governo introduce la detrazione fiscale sull’acquisto dei libri escludendo esplicitamente quelli digitali (che già pagano l’Iva al 22% contro il 4% di quelli cartacei) e il ministro Massimo Bray insiste per aumentare del 500% il compenso per copia privata da far pagare a chiunque compri un pc, uno smartphone un tablet e una Tv Smart. Insomma un'”aggressione fiscale” contro il digitale che non ha precedenti”: sono parole dure quelle del presidente di Confindustria digitale Stefano Parisi il quale annuncia in anteprima al Corriere delle Comunicazioni che è convocata per venerdì 20 dicembre una conferenza stampa sulla questione dell’equo compenso per copia privata, che mira proprio a lanciare l’allarme sulle misure appena adottate, come anche quelle relative alla Web Tax e all’esclusione dei libri digitali dagli incentivi previsti per quelli cartacei.
“Il 2013 rischia di chiudersi male – dice Parisi al nostro giornale -. Il forte impulso all’Agenda digitale impresso dal presidente del Consiglio Enrico Letta, e ribadito il 21 ottobre in occasione dell’Italia Digital Agenda Annual Forum (il summit organizzato da Confindustria digitale, ndr), e la nomina di Francesco Caio sono stati accolti con soddisfazione e speranza dalle imprese del settore. Ma ora questa improvvisa virata in direzione totalmente avversa all’economia digitale ci preoccupa. Siamo convinti che tutto ciò non sia nelle intenzioni di Palazzo Chigi. Speriamo che il Presidente del Consiglio voglia rimettere il percorso dell’Agenda Digitale sulla strada giusta”.
Sul fronte degli investimenti nelle nuove reti Parisi apprezza l’impegno profuso da Caio e le dichiarazioni di Letta sulla necessità di sostenere gli investimenti delle imprese, e proprio individua l’opportunità che venga costituito “uno sportello unico in seno alla Presidenza del Consiglio, che affronti rapidamente e con una visione unitaria non solo tutte le problematiche burocratiche e autorizzative ancora non risolte, dalla correzione del decreto scavi al regolamento sulle emissioni elettromagnetiche, necessarie per facilitare gli investimenti degli operatori, ma che lavori per impegnare le risorse nazionali e soprattutto comunitarie per gli interventi nelle aree a fallimento di mercato” .