"Le proposte che abbiamo presentato al governo non costeranno un solo centesimo al contribuente ma avranno un impatto economico di dieci miliardi di euro". Lo assicura Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di Prima Comunicazione.
Il presupposto da cui parte Parisi è questo: "Più si diffonde l’economia digitale, più si possono affrontare i problemi di cui soffre la nostra economia: bassa produttività, bassa crescita e controllo della finanza pubblica".
Al primo posto, tra le proposte avanzate da Confindustria Digitale, lo switch off delle attività della pubblica amministrazione. "Noi proponiamo che venga digitalizzata tutta una serie di attività e adempimenti, come l’iscrizione scolastica, la pagella, la carta di identità, le ricette mediche e il fascicolo sanitario. Spostare sul web questi dati, da un lato spingerebbe le famiglie italiane a connettersi a Internet, superando il gap che c’è con altri Paesi europei, dall’altro lato aiuterebbe la trasparenza, ferme restando le norme sulla privacy".
La digitalizzazione permetterebbe notevoli risparmi sul fronte della spesa sanitaria, spiega il presidente di Confindustria Digitale: "Se la prescrizione dei farmaci viene fatta su Internet è possibile controllare ogni singolo medico di base e intercettare le ricette improprie; e’ uno dei tanti sistemi che permette di tenere sotto controllo la spesa, rendendo al contempo piu’ fluido ed efficiente il sistema".
Tra le proposte illustrate da Parisi ci sono il superamento del digital divide, in particolare nei distretti industriali; la riforma del quadro normativo sul diritto d’autore per l’ambiente digitale; la defiscalizzazione degli investimenti fatti nelle start up per favorire lo sviluppo del venture capital e la lotta all’evasione. Quest’ultima, sostiene Parisi, si può fare senza blitz spettacolari, ma semplicemente "incrociando i dati delle banche dati esistenti, che devono però essere collegate; oggi il 70% delle banche dati della pubblica amministrazione centrale non è interconnesso".
Attenzione alle tematiche dell’innovazione anche da parte di Confibdustria Anie. L’associazione delle aziende elettroniche ed elettrotecniche auspica pertanto che nei prossimi interventi previsti dal Governo venga assegnato un ruolo centrale alla ricerca.
“L’innovazione è uno straordinario volano di sviluppo per un territorio. Incentivare l’innovazione significa pertanto fornire sostegno alla crescita – spiega il presidente Claudio Andrea Gemme – Il nostro Paese resta ancora lontano dalla media europea in termini di investimenti in R&S. La spesa in R&S è ferma a poco più di un punto percentuale del Pil un valore ben lontano da quel 3% ribadito con forza dalla Strategia Europa 2020. Ampi sono pertanto i margini di intervento in questa direzione. Per colmare tale divario è essenziale che vengano previste mirate azioni di sostegno alle attività industriali volte alla ricerca, sviluppo e innovazione.”