La proposta del presidente dell'Authority, Corrado Calabrò,
sulla creazione di una società per la rete a banda ultra-larga ha
bisogno di un'ampia convergenza. In un'intervista a Il Sole
24 Ore l'a.d. di Fastweb, Stefano Parisi, chiarisce i punti su
cui si dovrà lavorare e rileva che Calabrò “ribadisce
l'assoluta necessità dello sviluppo di una rete di nuova
generazione, ma chiarisce anche il quadro delle regole entro le
quali questo sviluppo può avvenire”, il che potrebbe passare
“attraverso una società veicolo o con forme estese di
condivisione delle infrastrutture”.
Parisi aggiunge che “se verranno fissati principi e regole
stabili, la nuova rete sarà un'infrastruttura con un ritorno
finanziario certo. In questo quadro non vedo ostacoli alla
partecipazione di soggetti pubblici” e osserva che “la fibra
ottica e la banda ultralarga richiedono ingenti investimenti e
hanno un valore che sarà percepito dal mercato. Anzi, proprio a
questo scopo – spiega Parisi – ci aspettiamo di più
dall’Autorità: se si vogliono introdurre motori di ricerca che
consentano ai consumatori di comparare le offerte non si può
prescindere da una certificazione della qualità della banda
effettivamente erogata. Solo così ci sarà trasparenza e
valorizzazione delle offerte”.
Sempre a proposito di concorrenza l’a.d. di Fastweb spiega che se
il presidente Calabrò ribadisce “l’assoluta necessità dello
sviluppo di una rete di nuova generazione”, stando al quadro
regolatorio da lui indicato “non possono sovrapporsi due reti
(fibra e rame); la tecnologia scelta – continua Stefano Parisi
– deve consentire il mantenimento del nostro modello
concorrenziale; tutti gli operatori possono contribuire allo
sviluppo della rete”.
Parisi nell’intervista sottolinea anche che “l'Italia già
allo stato attuale può contare sulla rete di accesso in fibra
ottica più estesa d'Europa” come dichiarato dal presidente
di Agcom ma “ha perso posizioni nell'unbundling. Non è
seconda per diffusione in Europa dopo la Germania, ma è scivolata
alle spalle anche di Regno Unito e Francia”.
Quanto allo scorporo della rete, più lontano con l’introduzione
dell’ipotesi Net Company, Parisi risponde di non vedere “la
separazione della rete necessaria né possibile. Senza Telecom
Italia – dice – questo progetto non è attuabile”.