Parisi verso lo strappo? Asstel, voci di fuga da Confindustria Servizi Innovativi

Secondo Dagospia, il presidente dell’associazione che riunisce i maggiori player delle Tlc è in procinto di fondare la federazione ICMT per spingere di più la lobby di settore

Pubblicato il 03 Feb 2011

“Un altro pezzo di Confindustria se ne va per suo conto”. Lo
scrive Dagospia.com, precisando che “Domani Stefano Parisi
dovrebbe annunciare che Asstel, l'Associazione da lui
presieduta dove si ritrovano i big delle telecomunicazioni, si
staccherà definitivamente da Confindustria Servizi Innovativi, il
grembo che oltre alle aziende dei telefoni rappresenta le società
di informatica e del terziario avanzato”.

Il sito di gossip continua: “Da tempo Parisi che nel 2000 fu
nominato direttore generale di Confindustria da Antonio
D'Amato, sente il bisogno di un'azione lobbistica più
incisiva che dia peso a un settore pesante come quello delle
telecomunicazioni – si legge nell'articolo – Questa intenzione
di creare una nuova casa dove si ritrovino Telecom, Fastweb, Wind e
gli altri gestori della telefonia, il 54enne Parisi l'aveva
annunciata il 22 ottobre scorso durante il Comitato di presidenza
di Asstel, poi l'aveva declinata in un documento di 8 pagine
che porta la data 16 novembre in cui si propone di creare la nuova
'Federazione ICMT'".

L'analisi di Dagospia non si ferma qui: "Il programma
politico di questa nuova realtà associativa dovrebbe focalizzarsi
– così si legge a pagina 5 del documento riservato – in
un'azione più incisiva di lobbing sui temi che toccano le
frequenze televisive, l'uso delle reti e lo sviluppo
dell'Italia digitale".

"Lo strappo di Parisi non esclude che dentro la nuova
Federazione entrino anche le aziende di informatica rappresentate
oggi da Assinform e le radiotelevisioni, ma taglia fuori la pletora
infinita delle associazioni minori che rappresentano l'universo
del terziario avanzato.

Alcune multinazionali come IBM e Microsoft hanno già dichiarato di
esser pronte a entrare dentro ICMT, ma la svolta sta provocando una
forte fibrillazione nelle altre società di informatica riunite in
Assinform e guidate dal piccolo imprenditore romano, Paolo
Angelucci.

In pratica la decisione di Parisi riporta gli orologi indietro di
12 anni quando nel 1998 sotto la sigla Federcomin si trovarono a
camminare insieme i big delle telecomunicazioni e le aziende che
producono software e hardware", chiude Dagospia.

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