Parisi: “Via quel tappo che blocca Internet”

L’Ad di Fastweb è il terzo protagonista a intervenire nel nostro forum dedicato all’Exit Strategy con l’Ict: “Attraverso un uso intelligente della Rete si possono sciogliere i problemi secolari dell’Italia: lavoro nero, spesa sanitaria, sistema educativo, evasione fiscale, economia sommersa”

Pubblicato il 30 Set 2009

Per parlare di come la Rete possa aiutare l’Italia a uscire dalla
crisi io partirei da due dati: 43% la penetrazione Internet in
Italia, 50% la diffusione dei pc. In questi due numeri c’è tutto
il quadro del ritardo e delle potenzialità del sistema Italia. Una
diffusione di Internet tra le più basse nei Paesi avanzati, che si
sta avvicinando alla soglia di saturazione marcata dalla
penetrazione del pc nelle famiglie. In Italia si può vivere senza
Internet, più di metà della popolazione lo fa. Questo perché
l’uso del web si è fermato prevalentemente all’intrattenimento
e alla ricerca di informazioni e non si sono sviluppate quelle
applicazioni in grado di incidere sulla produttività del sistema:
dai sistemi di prenotazione ai rapporti con la PA
all’e-commerce.

Ciò non è avvenuto per caso, ma a causa di quei problemi con cui
conviviamo da decenni: dai buchi della logistica che minano lo
sviluppo dell’e-commerce, alle inefficienze della PA. Ritardi che
possono essere trasformati in potenzialità di crescita, non solo
per l’Ict ma per il sistema Paese. Di più, credo che attraverso
la rete e un suo intelligente utilizzo si possano sciogliere i
problemi secolari dell’Italia: il lavoro nero, la spesa
sanitaria, il sistema educativo, l’evasione fiscale e
l’economia sommersa. Perché la Rete è informazione, e
l’informazione è alla base della buona gestione e
dell’organizzazione, lo impariamo ogni giorno in azienda. Per
esempio l’evasione fiscale: anni di esperienza hanno dimostrato
che non c’è la capacità effettiva di perseguire gli evasori. In
realtà basterebbe utilizzare le banche dati, come è stato fatto
per esempio con quelle dell’Inps e dell’Agenzia delle
Entrate.

Il capitolo più importante è quello della Pubblica
Amministrazione. Credo che Egovernment 2012 debba essere un grande
sforzo per fare switch over dalla carta al web e rendere possibili
sul web le operazioni che i cittadini adesso fanno su carta. Ma non
basta fare, bisogna fare le cose giuste e per questo bisogna
conoscere la realtà dell’informatizzazione della PA
italiana.
Le nostre amministrazioni non hanno un problema di connettività,
come sento spesso dire: la Pubblica amministrazione ha una rete
molto avanzata, in fibra. Il problema è che la velocità non è
data solo dalla rete ma dalle web farm e dallo storage che si
mettono; il problema è che circa il 30% delle banche dati della
pubblica amministrazione non sono collegate tra di loro. Il centro
della queste è come la rete viene usata, è creare processi di
qualità su una connettività che è già di qualità.
Ecco, io credo che eGov 2012 sia un’occasione imperdibile per
ripensare e reingenerizzare i processi della PA e per togliere
all’Italia un tappo allo sviluppo.

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