Parlamentari ad Agcom: “No a taglio tariffe di terminazione”

Sei deputati del Pdl inviano una lettera al presidente Calabrò: “Con la riduzione di questa voce i ricavi degli operatori saranno notevolmente ridotti e così la loro capacità di investimento. Ripercusssioni negative anche sui consumatori”

Pubblicato il 04 Ott 2011

Sei parlamentari del Pdl  chiedono all’Agcom di non tagliare le
tariffe di terminazione. In una lettera
inviata al presidente Corrado Calabrò, sei deputati del partito di
maggioranza, ricordando che “il tema delle tariffe di
terminazione riveste da sempre particolare rilevanza per tutti gli
operatori, rappresentando una delle voci di ricavi indispensabili
alla remunerazione dei costi del servizio”, sottolineano che
“riducendo tale voce, i ricavi degli operatori saranno
notevolmente ridotti e quindi di conseguenza anche la loro
capacità di investimento”.

“Va evidenziato che si teme anche che la misura in questione
introduca un elevato grado di incertezza sul fronte dell’utenza
che si vuole sempre tutelare – prosegue la missiva – Da quanto
conosciuto i prezzi dei servizi per i clienti italiani risultano
essere tra i più bassi rispetto agli altri paesi europei e tale
procedura volta a ridurre ulteriormente questa voce di ricavo,
qualora non garantisse la necessaria remunerazione dei relativi
costi agli operatori potrebbe elevare il rischio di ripercussione
in senso negativo sui consumatori, senza che a ciò sia collegato
alcun concreto beneficio a loro vantaggio”.

Alla luce di queste problematiche, i deputati chiedono ad Agcom di
“rivalutare quanto proposto, poiché si rileva che tale decisione
non permetterebbe agli operatori di ridefinire in tempi brevi i
piani di investimenti già programmati e soprattutto non
permetterebbe di sopperire ai costi dei piani già avviati, si
invita inoltre a tenere inalterato il piano tariffario fino a
luglio 2012, secondo quanto già stabilito nella precedente
delibera del 2008 mantenendo il periodo temporale di riferimento
2012-15 con riduzione annue più graduali rispetto a quelle
proposte”.

La lettera è firmata da Giorgio Stracquadanio, Giorgio Lainati,
Isabella Bertolini, Amato Berardi, Gabriella Giammanco e da Michele
Traversa.

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