opo anni di discussioni tra operatori e istituzioni, il nodo degli
assetti proprietari e di mercato per le Ngn sembra sciolto. Il 10
novembre il ministero dello Sviluppo Economico e i 7 principali
player del settore hanno siglato un Memorandum of Understanding
(MoU) con cui si impegnano a costituire una società veicolo per la
realizzazione dell’infrastruttura passiva.
Il ministro Romani è riuscito nel difficile compito di conciliare
le differenti istanze di incumbent e Olo attraverso una soluzione
che prevede il ricorso a modelli di partenariato pubblico-privato
(Ppp), sfruttando le sinergie derivanti dalla cooperazione fra
agenti privati e pubblici (come Regioni, Enti Locali e Cassa
Depositi e Prestiti). A fronte di un risultato così importante,
rimangono però ancora aperte questioni cruciali che riguarderanno
l’applicazione della sussidiarietà. Nel MoU si legge che
l’intervento si svolgerà “in aree definite in funzione di
indici di natura socioeconomica e di densità abitativa, nonché
delle infrastrutture esistenti.”
Inoltre si sottolinea che “il piano, prevedendo la realizzazione
di un’infrastruttura passiva condivisa, è caratterizzato da un
profilo di rischio basso tipico degli investimenti infrastrutturali
delle utilities” e che dovrà garantire agli investitori il
ritorno sul capitale investito e la restituzione dei finanziamenti
ottenuti, condizione ritenuta indispensabile da tutte le parti
coinvolte, ed in particolare più volte richiesta come
pre-condizione essenziale, da Cassa Depositi e Prestiti. Infine si
afferma che qualora si costituiscano società a livello regionale
partecipate da organismi pubblici, il Governo si impegnerà ad
assicurare il coordinamento del progetto anche attraverso la
partecipazione del veicolo a tali società e la sottoscrizione del
MoU da parte delle Regioni interessate.
A nostro avviso, il punto di forza del MoU risiede non soltanto
nella definizione del principio di sussidiarietà (Stato/Mercato)
ma, soprattutto, nella definizione di un principio di
complementarietà (Stato, Enti Locali, Società partecipate da
amministrazioni pubbliche locali) che potrà notevolmente ridurre
il costo complessivo della realizzazione dell’infrastruttura
passiva delle reti di accesso. Il MoU ponendo l’accento su un
ruolo pro-attivo da parte di Regioni, Enti locali e società
partecipate, consentirà in virtù della condivisione dei cavidotti
delle infrastrutture già esistenti a livello locale di poter
notevolmente ridurre i costi di ingegneria civile che rappresentano
il 50-80% del costo totale di realizzazione delle nuove reti.
In altre parole, pur non sottacendo profili di possibili criticità
nell’attività di coordinamento delle istanze delle diverse parti
coinvolte (in particolare, su come si declinerà l’applicazione
del principio di sussidiarietà), da grandi sostenitori del ricorso
al Ppp per le Ngn (v. A. Castaldo, E. Conte, Partenariato
pubblico-privato e banda larga: una possibile soluzione per
l’Italia?, in Economia e Politica Industriale, n. 3/2010)
riteniamo che la strada intrapresa sia decisamente la più idonea a
garantire nei prossimi anni lo sviluppo delle Ngn in Italia.
Considerata l’estrema importanza del principio, recepito dal MoU,
della complementarietà delle iniziative del veicolo con quelle
locali (già intraprese o di prossimo avvio), dell’esigenza di
ridurre i costi amministrativi connesse alle diverse normative
locali che disciplinano i lavori di scavo e posa, si auspica, al
fine di rafforzare il processo di armonizzazione delle iniziative e
delle procedure amministrative locali, un supporto incisivo della
Conferenza Stato Regioni all’iniziativa del Governo.