Un anno per stabilire se ci sono le condizioni per andare avanti sullo scorporo. È quanto stima l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ci vorrà per analizzare dettagli e conseguenze dell’operazione in cui giocano un ruolo essenziale Telecom, Cdp e Agcom. Secondo Patuano – intervistato su Affari e Finanza di Repubblica – il tema scorporo va diviso in due: da una parte un accordo di massima per riscrivere le regole del mercato italiano delle tlc, dall’altro il complesso iter regolamentare, con più passaggi tra Roma e Bruxelles, per definire il nuovo quadro.
Ricordando che il principio ispiratore di tutta l’operazione è l’ “equality of input”, Patuano annuncia che la società sta pensando di conferire nella newco anche gli armadi con i nuovi V-dslam per l’unbundling virtuale della fibra; passaggio necessario dato che le nuove reti nasceranno in fibra: “Conferire i V-dslam è necessario per garantire la equivalence of input per l’unbundling virtuale”.
Parlando della governance il manager evidenzia che TI non è disposta a rinunciare al 51% della società della rete perché “ci sono altri sistemi per garantire la terzietà”.
“Il nostro obiettivo è di mantenere il controllo azionario e una ordinata gestione – spiega Patuano, riferendosi alle richiesta più volte espressa da Bassanini di rinunciare alla maggioranza – E comunque Bassanini parla di governance autonoma. La governance è poi un termine ampio. C’è la governance delle operazioni industriali: e qui ci sembra che il know how migliore sia quello sviluppato dentro Telecom e non nella Cdp o in altri investitori finanziari. Diversa è invece la governance intesa nel senso del governo e del controllo sulle regole. In questo caso si può pensare a diverse soluzioni per sovraintendere al rispetto delle condizioni “.
Sul delicato tema della regolamentazione Telecom Italia non chiede ad Agcom “sospensioni o vacanze regolatorie”. “Ci aspettiamo – dice – invece una ridefinizione delle regole che sia pro-investimenti. E l’Italia in questo momento ha bisogno di investimenti. Specie nel campo delle tlc, dove si parla di diversi miliardi di capitale privato da investire, rimettendo in moto una parte importante dell’economia”.
Intanto oggi il consigliere di amministrazione di Telecom Italia, Elio Catania, ha annunciato che il prossimo è fissato per il 5 luglio. Nel corso del board si potrebbe discutere del progetto di integrazione con 3Italia.
Servono “regole che possano dare un quadro chiaro dei tempi di rientro del capitale investito nella fibra. Scendendo più in dettaglio: Telecom finora, nella sua componente commerciale, ha dovuto applicare delle giuste asimmetrie nei confronti dei suoi concorrenti. Nel momento in cui separa strutturalmente la rete di accesso queste asimmetrie vanno riviste”.
“Noi – puntualizza – ci siamo impegnati a separare la rete, quindi iniziamo a lavorare e operare già oggi nel senso di questo scenario futuro, sarebbe illogico non tenerne conto”. Motivo per cui TI auspica che Agcom blocchi il processo di definizione del listino prezzi già in questo 2013. “Non intendiamo certo condizionare l’attività di Agcom – puntualizza – ma auspichiamo che venga seguito il percorso più coerente con la normativa europea che richiede di fissare i nuovi prezzi di accesso all’interno di un procedimento di analisi di mercato. Lo abbiamo chiesto prima della decisione sullo scorporo e continuiamo a chiederlo ora. Anche perché i prezzi 2013 avranno comunque un impatto su quelli degli anni successivi”.
Infine il “rapporto” con l’Antitrust che ha da poco comminato a Telecom Italia multa da 100 milioni di euro per comportamenti anti-competitivi. “Stiamo presentando ricorso. Sono totalmente convinto di essere dalla parte della ragione”.