VERSO LO SPIN OFF

Patuano: “Possibile ipotizzare organo di garanzia per newco”

L’Ad di Telecom Italia pensa a un modello simile a quello creato per Open Access, ma rafforzato: “La differenza la farà anche la governance, ma non serve rinunciare alla nostra partecipazione azionaria”

Pubblicato il 12 Giu 2013

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Nella società che nascerà dallo scorporo della rete di Telecom Italia è possibile ipotizzare l’istituzione di un organismo di vigilanza sul modello di quello istituito per Open Access “magari rinforzato”. Lo ha detto l’amministratore delegato della società, Marco Patuano, intervenendo ad un convegno dell’Agcom. Patuano ha sottolineato che lo scorporo della rete sarà ispirato, come chiesto da alcuni degli operatori alternativi, sicuramente da una logica pro-competitiva ma anche da una logica “pro-investimenti”.

La differenza “verrà fatta dalla governance di questa azienda separata” che dovrà garantire la “terzietà: per averla non è necessario rinunciare ad una partecipazione azionaria” nella societa’ stessa. L’obiettivo indicato dall’Ad è dunque la parità di accesso alla rete per gli operatori alternativi, i cosiddetti Olo. “Poi per la domanda chi controlla il controllante si può pensare ad un organismo di vigilanza come per Open Access magari rinforzato” e a “denifire dei contatti di servizio tra la societa’ della rete e le altre societa’, sia Telecom che gli Olo”.

Nel definire quello dello scorporo “un passaggio sicuramente epocale”, Patuano ha detto di concordare con il presidente della Cdp, interlocutore in questa fase di Telecom Italia, Franco Bassanini, quando afferma che occorre definire “le regole di governance nell’ambito di un progetto di politica industriale”.

Intervenendo allo stesso evento, il viceministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà ha evidenziato che lo scorporo della rete di Telecom Italia “è un evento importantissimo”. “Su questa operazione – ha detto – si possono fare mille distinguo, si può cercare l’optimum, si può cercare la perfezione, ma intanto -incoraggiamo quello che c’è, quello che viene dal mercato”.

Catricalà ha rilevato che sarà necessaria “una disciplina che assicuri la certezza degli investimenti, che riduca i rischi giuridici ed economici ad essi connessi”. In quest’ottica, il viceministro spiega che non sarebbe una corretta declinazione di politica economica se “il governo intervenisse a dettare le regole di governance di questa società che certamente dovrà garantire la neutralità della rete e la parità nelle condizioni di accesso a tutti gli operatori”.

Anche l’ex ministro Renato Brunetta e ora presidente dei deputati Pdl considera lo scorporo un’operazioen da favorire, stando attenti però ai dettagli. “Sulla divisione in due società dell’attuale Telecom Italia, da una parte i servizi e dall’altra la gestione e lo sviluppo della rete, non servono pericolose accelerazioni nè tantomeno il proliferare di annunci e di richieste di sostegno a scatola chiusa- sottolinea Brunetta – Bene fa il vice ministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, a tenere alta l’attenzione e a sottolineare che e’ un progetto importantissimo, deciso e condotto dal mercato e sul quale occorre l’incoraggiamento di tutti. Aggiungo però che per poter favorire occorre prima capire, e per capire conoscere quali sono le implicazioni del progetto di scorporo sulla competitivita’ del sistema delle telecomunicazioni, sulle regole per la parita’ di accesso, sui costi e sul sistema regolatorio”.

“L’Autorita’ di vigilanza ha annunciato nei giorni scorsi un approfondimento con Telecom Italia sul perimetro della rete oggetto di separazione, sulla governance della nuova società sui tempi e modi di attuazione del progetto – conclude – Aspettiamo allora di conoscere i dettagli e poi potremo giudicare, nel rispetto dei principi e degli interessi generali che sono e restano: concorrenza tra operatori, trasparenza per i cittadini, innovazione e modernizzazione delle reti di telecomunicazione”.

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