TELECOM ITALIA

Patuano: “Scorporo rete non sarà a saldo”

L’Ad di Telecom Italia interviene sullo spin off: “Operazione possibile se ci saranno condizioni regolatorie, di valorizzazione e di governance dell’asset”. Il presidente esecutivo Bernabè: “Non sono previste operazioni sul capitale”

Pubblicato il 12 Mar 2013

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Lo scorporo della rete Telecom Italia si farà solo se avrà senso come operazione industriale e non sarà “a saldo o con lo sconto”. Lo ha sottolineato l’ad del gruppo, Marco Patuano, partecipando ad un convegno di Asati. “Siamo convinti di avere una rete eccellente, un asset di straordinario valore – ha detto Patuano – Se ci saranno le condizioni regolatorie, di valorizzazione e di governance, l’operazione sarà possibile. Se anche una sola di queste condizioni non ci sarà, l’operazione non si farà”.

‘L’area di adeguatezza del nostro debito è intorno ai 22 miliardi”, ha aggiunto l’ad di Telecom, spiegando che l’obiettivo è raggiungibile in tre anni. ‘”a gestione ordinaria continua a produrre molta cassa, circa 2 miliardi dopo tutti gli investimenti, e quindi – ha affermato – in tre anni arriviamo a questo livello di confrontabilità con i nostri concorrenti. Scendere sotto la soglia dei 22 miliardi inizia a costare troppo”.

“L’azienda è sana e robusta, fa piani di investimenti che non temono confronto con i competitor italiani ed europei – ha concluso Patuano – Abbiamo cassa per 8,1 miliardi. Se non dovessimo emettere nuovi strumenti di reddito ha cassa per tre anni. Nessuno ha il dubbio che Telecom Italia fallisca domani”.

Il presidente esecutivo Franco Bernabè ha aggiunto che “oggi non sono previste operazioni sul capitale”. E in merito al progetto di scorporo rete che vedrebbe il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti, ancora in alto mare – “non c’è governo” ha dettto Bernabè – il presidente esecutivo ha puntualizzato che “è complesso e difficile, nessun’altro lo ha esplorato a livello internazionale. E’ tanto più difficile in un contesto di vuoto politico”. Le condizioni del progetto “sono certamente definite e precise. Non lo faremo a qualsiasi condizione”, ha aggiunto puntualizzando che l’operazione dovrà servire a ridurre “in modo sostanziale l’indebitamento”.

Bernabè ha anche lanciato l’appello al futuro esecutivo affinchè le tlc in Italia siano prese in seria considerazione: “Il Governo si rende conto dello stato delle telecomunicazioni in Italia? Si rende conto di quanto deboli sono i soggetti che vi operano?”. I soggetti entrati dopo, H3g e Wind, “sono in condizioni precarie con cambi di proprietà (nel caso di Wind) che non è detto non cambi ancora. Vodafone è l’unico soggetto che ha avuto la continuità, ma non ha la complessità dell’infrastruttura fissa”. Bernabè loda gli impegni di Telecom Italia: “il fatto di aver deciso di investire è un’enorme scommessa nel futuro del Paese, valeva la pena di farla”. E riguardo alla sua posizione all’interno dell’azienda: “Il mio impegno è resistere e non gettare la spugna, continuare nell’interesse della società e dei dipendenti”.

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