Per le telco europee ripresa sì, ma a rilento

Moody’s: nel 2011-2013 le revenue torneranno a crescere dopo un anno di calma piatta, ma gli Olo saranno più esposti alla scia della crisi. Il mobile fa da traino, a patto che i carrier abbandonino le tariffe flat

Pubblicato il 01 Dic 2010

Per gli operatori telecom della regione Emea tornano a crescere le
revenues dopo la crisi; l’incremento del giro d’affari sarà
probabilmente lento ma le misure adottate negli anni scorsi per
ridurre i costi dovrebbero garantire flussi di cassa e margini
solidi. E’ il quadro tracciato dal nuovo report di Moody's
per il periodo 2011-2013: gli analisti della società di rating
prevedono che, dopo un anno di entrate piatte nel 2010, le telco
dell’area Emea beneficeranno di un tasso di crescita annuale
composito (Cagr) dell’1%-3% nei prossimi tre anni. Circa la metà
delle revenues totali del settore saranno generate nel 2010 dagli
operatori europei.

"Dai dati disponibili oggi osserviamo segnali di ripresa e
maggiore stabilità delle entrate, anche se le aziende saranno
ancora toccate dalle ultime ramificazioni della recessione”,
afferma Moody's. La società si aspetta che le strategie di
riduzione dei costi, che le telco continuano a perseguire,
alimenteranno la redditività e "daranno la possibilità di
accrescere gli investimenti nell’aggiornamento delle reti e
nell’accesso di nuova generazione”.

La spesa di capitale delle telco europee è stata di 50 miliardi di
euro nel 2010, un calo del 10% rispetto al 2009; Moody's pensa
che il rapporto capex/revenue si attesterà intorno al 13%-15% il
prossimo anno, alzandosi verso la parte alta della forbice man mano
che la crescita delle entrate, grazie ai servizi che usano
parecchia banda, spingerà a investire di più nelle reti.

Le aziende telecom di rete fissa hanno rappresentato il 70% del
capex totale nel 2010 e tre quarti della cifra si deve agli
incumbent. Tuttavia, solo una piccola percentuale di questa spesa
di capitale è stata diretta verso le nuove tecnologie di accesso
basate sulla fibra, nota Moody's, confermando la previsione
dell’Itu secondo cui occorreranno 300 miliardi di euro in tutta
Europa nei prossimi anni per l’upgrade verso la fibra e per
soddisfare la richiesta di broadband.

Le difficoltà associate con la realizzazione delle reti Ngn non
sono però le uniche che gli operatori incumbent si trovano a
fronteggiare. "Il taglio alle spese del settore pubblico, che
mira a ridurre il defit statale, potrebbe mettere nuova pressione
sulle entrate di alcuni incumbent, anche se non ci aspettiamo
perdite di revenue significative solo per effetto di questi
tagli”, scrive Moody's nel suo report.

In effetti, a metà ottobre l’incumbent britannico Bt ha firmato
un memorandum of understanding con il governo Uk – che
rappresenta fino al 10% delle sue entrate – e contemporaneamente
ha confermato il suo outlook. Qualche giorno dopo la telco rivale
Cable & Wireless Worldwide ha raggiunto un accordo col governo per
assicurarsi che tutti gli attuali contratti siano confermati –
l’operatore alternativo britannico a luglio aveva emesso un
warning sui profitti proprio per la sua esposizione ai tagli alla
spesa pubblica.

Tuttavia, secondo Moody's, i provider di rete alternativi sono
in generale meno resistenti a un quadro economico difficile
rispetto agli incumbent, perché non possiedono la stessa
flessibilità finanziaria. "Nel tentativo di proteggere la
loro posizione finanziaria, potrebbero danneggiare la qualità del
servizio, se tagliano i piani di espansione e le spese
commerciali”; questo potrebbe renderli in definitiva meno
competitivi rispetto agli incumbent nel lungo termine, afferma
Moody's.

In più, i tagli alla spesa pubblica e le strategie di risparmio
delle aziende potrebbero creare maggiori difficoltà agli operatori
alternativi che a quelli tradizionali. "Basti pensare che nel
2009 il settore pubblico ha contribuito per il 48,3% alle entrate
di Global Crossing Uk, ma solo al 10% di quelle di Bt”, nota
Moody's. "E nel rinegoziare i contratti con aziende
attente alle spese, operatori alternativi come Global Crossing Uk
potrebbero essere costretti a concedere molto sul prezzo per
trattenere il cliente”.

Il report di Moody's copre anche il settore mobile, che resta
il principale motore di crescita dell’industria ma non è esente
da problemi. La penetrazione degli smartphone cresce e il relativo
aumento nell’uso dei servizi di banda larga mobile è una buona
notizia per l’industria, ma la sfida, dice Moody’s, "sarà
sviluppare nuovi modelli di business che sfruttano diverse fonti di
spesa dell’utente finale, perché i consumatori hann scarsa
inclinazione a spendere di più sui servizi tradizionali”. In
particolare, “gli operatori dovrebbero abbandonare le tariffe
flat a favore di tariffe differenziate in base all’utilizzo per
guadagnare di più da chi utilizza di più la rete".

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