Piano anti-digital divide, entro fine anno 2 Mb per 2 mln di famiglie

A disposizione di Infratel altri 364 mln attraverso operazioni finanziarie. Decreto audiovisivo, slitta a lunedì prossimo l’esame da parte del Cdm

Pubblicato il 25 Feb 2010

Entro il 2010 oltre 3 milioni famiglie italiane saranno servite
dalla banda larga ad almeno 2 Mb. Ad annunciarlo il viceministro
alle Comunicazioni, Paolo Romani, in occasione della firma del
Protocollo d’intesa per la riduzione del digital divide e la
promozione del broadband.
“Per la fine di quest’anno per altri due milioni di famiglie
sarà risolto il problema del digital divide – ha precisato
Romani -. Milioni che si andranno da aggiungere al milione che
Infratel ha raggiunto fino ad ora, utilizzando i 500 milioni che
aveva a disposizione”.
Per raggiungere la quota di 3 milioni – le famiglie in digital
gap in Italia sono più di 7 milioni, secondo le stime del
ministero – verranno messi in campo altri 364 milioni
“attraverso meccanismi finanziari grazie ai quali avremo a
disposizione 864 milioni di euro, ovvero la metà dei 1471 previsti
dal piano del governo per la riduzione gap digitale”, ha
annunciato il viceministro.
Interrogato dai giornalisti sul funzionamento di queste operazioni
finanziarie, Romani si è limitato a dire che “se una grande
azienda è disposta ad investire, ben venga”, paventando un
sistema di partnership pubblico-privato.

“Siamo soddisfatti di come sta proseguendo l’attuazione del
piano – ha rimarcato -. Del milione di famiglie raggiunte da
Internet veloce, il 40% ha chiesto l’attivazione della linea. A
dimostrazione che quelle aree non possono più considerarsi in
fallimento di mercato, dato che l’offerta di innovazione si è
incrociata con la domanda”.

Per quanto riguarda, invece, gli ormai “famigerati” 800 milioni
per il broadband, che attendono solo di essere sbloccati da Cipe,
Romani si è detto “fiducioso” sul fatto che vengano sbloccati
al più presto “perché sono fondi giù finalizzati dalla legge
n.69 e già a disposizione”.

Il ministero delle Comunicazioni ha firmato un protocollo di intesa
con l’Upi (Unione province italiane) per lo sviluppo di Internet
veloce.

“Attraverso questo accordo le province collaboreranno con il
governo per l’attuazione del piano – ha detto Giuseppe
Castiglione, presidente Upi -. Gli enti si sono già attivati per
varare nuovi provvedimenti che regolano la posa dei cavi nelle
strade provinciali: se finora era necessario scavare a rifare
almeno mezza carreggiata, ora grazie al sistema di micro-trincee
permetteremo a Infratel di scavare solo dove è necessario. Un
risparmio notevole in termini di tempi e costi”.

Gli enti metteranno inoltre a disposizione del ministero la mappa
delle loro reti di comunicazione che andranno a completare il
database Romani sta sviluppando per mappare le infrastrutture del
Paese.

La firma di oggi è stata anche l’occasione per fare il punto sul
decreto Romani sull’audiovisivo che recepisce al direttiva Ue.
Romani ha annunciato che il provvedimento andrà in Consiglio dei
ministri lunedì prossimo, con l’inserimento dei rilievi del
Parlamento.
“Abbiamo risolto ogni polemica – ha detto -. L’Agcom ci ha
inviato ieri una lettera dove esprime soddisfazione sul testo. E
anche Google e Yahoo! hanno accolto con favore il
provvedimento”.

Niente ensura al Web, dunque? “La censura e il controllo del Web
non erano mai stati previsti dal decreto – ci ha tenuto a precisare
Romani -. Abbiamo recepito la direttiva Ue che considera
televisione anche i contenuti broadcaster veicolati in streaming.
Per cui non riguarda i portali che contengono video generati dagli
utenti, come Youtube”.

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