IL PIANO

Banda ultralarga, Giacomelli: “Rete pubblica per 13 milioni di italiani”

Il sottosegretario alle Comunicazioni ringrazia la Ue per il via libera al piano Bul: “Sbaglia chi pensa che le aree bianche non siano interessanti dal punto di vista economico”. E sottolinea: “Avviamo uno dei più importanti processi di modernizzazione della storia del Paese”

Pubblicato il 30 Giu 2016

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“Ringrazio il commissario Vestager per la collaborazione, l’apprezzamento e il via libera al Piano banda ultralarga dell’Italia. Il piano rappresenta “uno dei più importanti processi di modernizzazione economica della storia della repubblica”, per citare il presidente dell’Antitrust Pitruzzella”. E’ il commento del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli al disco verde della Ue al Piano Bul.

“Dopo vent’anni il paese tornerà ad avere una rete pubblica nelle aree bianche. Sbaglia chi pensa che le aree bianche siano poco interessanti dal punto di vista economico – prosegue Giacomelli – Non stiamo parlando di un’Italia residuale, ma di 7300 comuni italiani su 8mila e 13 milioni di cittadini. Per capirci più del 70 per cento delle imprese lombarde si trova in aree a fallimento di mercato. L’Istat ha parlato di benefici in termini di produttività dal 7 al 23 per cento a seconda delle regioni e dei settori. L’infrastruttura pubblica deve garantire investimenti adeguati e un’effettiva parità di condizioni ai privati perché possano offrire in concorrenza i propri servizi sulla rete e, soprattutto, deve assicurare stessi potenziali livelli di connettività a tutti gli italiani, a quelli delle città e a quelli delle campagne, al Nord come al Sud, ai giovani e ai più vecchi. Evitare, insomma, un’Italia che viaggia su Internet a due velocità”.

Secondo Bruxelles il piano dell’Italia sulla banda ultralarga per le cosiddette aree a fallimento di mercato “è in linea con le normative dell’Unione europea” sugli aiuti di Stato. Il progetto, secondo la commissaria Ue Margrethe Vestager, consentirà a cittadini e imprese di usare internet in maniera piu’ veloce e “aiuterà l’Italia a costruire le necessarie infrastrutture e contribuirà alla creazione di un mercato unico digitale nell’Union Europea”.

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