BANDA ULTRALARGA

Piano Italia a 1 Giga, il Pd: “Performance Starlink molto al di sotto degli obiettivi Pnrr”



Indirizzo copiato

Presentata un’interrogazione sul progetto che prevederebbe di integrare la costellazione di Elon Musk per accelerare l’infrastrutturazione nelle aree più remote ma che non sarebbe in linea con gli obiettivi in termini di velocità di connessione. In allarme anche i sindacati

Pubblicato il 17 ott 2024



fibra, banda ultralarga, ultrabroadband, connettività, internet, digitale 2

L’eventuale accettazione da parte del Governo della proposta di Starlink rischia di creare molteplici problematiche” tra rischi per il Piano Italia a 1 giga e i fondi del Pnrr, perdita di sovranità e ricadute sull’accesso ai servizi digitali avanzati per imprese e cittadini. È quanto si legge nell’interrogazione presentata dal gruppo del Pd del Senato sul progetto dell’esecutivo Meloni – per ora un’ipotesi – di usare la costellazione di satelliti della società SpaceX di Elon Musk per accelerare l’infrastrutturazione nelle aree più remote dell’Italia, ma che non sarebbe in linea con gli obiettivi del Pnrr sulla banda ultralarga e porrebbe problemi di sovranità su un asset strategico.

Un allarme condiviso anche dalla Cgil e dal sindacato di categoria Slc-Cgil, che giudicano le proposte avanzate dal sottosegretario all’innovazione Alessio Butti “rischiose”.

Il Pd: Piano Italia a 1 Giga a rischio col progetto Starlink

L’interrogazione dem, sottoscritta da tutto il gruppo del Pd al Senato con la prima firma del senatore Antonio Misiani e rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle imprese del made in Italy, evidenzia il rischio del mancato raggiungimento degli obiettivi del Pnrr “Italia 1 Giga”, che prevedono il raggiungimento di una velocità di trasmissione sulla rete ad un Gbit al secondo in tutto il territorio nazionale entro giugno 2026, nonché l’ennesima revisione del Pnrr e dei progetti con scorporo di risorse in favore di Starlink e l’abbandono dei progetti finalizzati alla copertura fisica delle “aree grigie”.

L’interrogazione muove dalla notizie di stampa secondo cui Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe incaricato il Ministero delle imprese e del made in Italy di occuparsi della proposta di ridefinire alcuni capitoli del piano nazionale di ripresa e di resilienza, al fine di assegnare a Starlink il compito di andare a coprire le cosiddette aree grigie, e “Cassa depositi e prestiti sarebbe stata informata della volontà del Governo di approfondire concretamente questa possibilità”. Inoltre, in una recente intervista il sottosegretario Butti ha affermato che “‘il governo è pronto a testare con Starlink un servizio per coprire in banda ultralarga le aree remote per ovviare ai forti ritardi nell’attuazione del progetto legato al Pnrr”.

Di fronte a tali ipotesi, i parlamentari del Pd sottolineano anche la criticità della “penalizzazione delle aree interne a causa del mancato completamento dell’infrastruttura di rete a banda ultralarga su tutto il territorio nazionale e il mancato sviluppo delle reti future proof in grado di soddisfare, su tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima per la fruizione di servizi di sempre più avanzati”.

Un’ulteriore problema messo in evidenza è quello di “delegare la copertura internet di alcune aree del Paese a un’azienda straniera, controllata in maggioranza da un singolo individuo”: ciò, si legge, “rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale”.

Le critiche alla costellazione di Elon Musk

Nell’interrogazione si legge che i servizi offerti da Starlink sono ormai disponibili in gran parte dei Paesi, con oltre 3 milioni di abbonati in tutto il mondo a maggio 2024, compresa l’Italia, dove ad oggi sarebbero stati sottoscritti circa 50.000 contratti privati. Ma recenti studi sulla performance dei servizi Starlink in Italia evidenziano “alcune criticità”. Starlink – prosegue il documento – “non rappresenta una sostituzione per la connettività in fibra, ma costituisce una soluzione che risulta valida esclusivamente in aree estremamente remote, dove l’accesso alla rete cablata è inesistente. La velocità media delle connessioni internet è poco sopra i 100 Mbps, paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (Vdsl)”.

I servizi in abbonamento “a bassa priorità” offrono agli utenti connessioni a bassa velocità che oscillano tra 50 e 100 Mbps, con cali di prestazione nelle ore di punta. Per i servizi di connessione in abbonamento “standard” il livello delle prestazioni sale ma con costi mensili superiori, si legge ancora. Per le massime prestazioni, in particolare per le esigenze aziendali, occorre poi l’acquisto di costosi “kit”. Le prestazioni attuali di Starlink sono destinate a degradare per ragioni tecniche e l’azienda promette di sostituire continuamente i satelliti che raggiungono l’end-of-life e di espandere la costellazione ad oltre 30.000 satelliti. Con una vita media di circa 5 anni per satellite, la sostenibilità economica a lungo termine di questa tecnologia rimane incerta, scrivono i parlamentari.

Ripercussioni su imprese e cittadini senza reti future-proof

L’interrogazione ricorda ancora che il settore delle telecomunicazioni italiano è stato recentemente oggetto del passaggio del controllo dell’infrastruttura di rete da Tim a Fibercop, controllata dalla statunitense Kkr, con la perdita del controllo diretto di un asset strategico per il Paese.

“L’eventuale accettazione della proposta Starlink produrrebbe effetti sull’assetto del mercato interno, con ulteriore rischio di tenuta per le aziende del settore”, si legge.

Di conseguenza, “si chiede di sapere: se il Governo sia intenzionato a dare attuazione alla proposta di Elon Musk, finalizzata a ridefinire alcuni capitoli del piano nazionale di ripresa e di resilienza e ad assegnare a Starlink il compito di andare a coprire le cosiddette aree grigie del Paese; se intenda, al contrario, confermare l’impegno al completamento di tutti i progetti del Pnrr “Italia 1 Giga” e rendere, altresì, noto lo stato di avanzamento di tutti i predetti progetti e se vi siano rischi di ritardo nella loro attuazione; se abbia attentamene ponderato i rischi relativi alla scelta di investire risorse del Pnrr sulla proposta di Starlink, sul conseguente mancato completamento della rete a banda ultralarga su tutto il territorio italiano e sull’assetto del mercato interno e la tenuta delle imprese del settore; se abbia considerato le ricadute su cittadini ed imprese in caso di mancato raggiungimento dello sviluppo delle reti future proof in grado di soddisfare, su tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima per la fruizione di servizi di sempre più avanzati”

Sulla vicenda Fibercop-Open fiber, il gruppo dem al Senato ha chiesto di sapere se il Ministro dello sviluppo economico “sia stato informato per tempo da parte dei vertici di Fibercop della manifesta disponibilità a fornire soltanto la cablatura di 40.000 civici sui 96.000 proposti da Open Fiber nell’ambito della consultazione pubblica e se intenda attivarsi affinché siano fortemente accelerati i tempi di cablatura dei civici sul territorio nazionale e siano evitate tutte le situazioni che rischiano di compromettere la diffusione della banda ultralarga su tutto il territorio nazionale”.

L’allarme dei sindacati: “Esercitare il golden power”

Ricorrere al sistema satellitare di Elon Musk per portare la connessione in aree remote del Paese dove Open Fiber e Fibercop continuano ad accumulare i ritardi è un’ipotesi che preoccupa anche la Cgil e il sindacato di categoria Slc-Cgil, che giudicano le proposte del sottosegretario Butti “rischiose” e chiedono al governo di esercitare il “golden power” e di “preservare un asset strategico come Sparkle”.

“Apprendiamo dalla stampa che la soluzione proposta dal sottosegretario Butti al disastro cui ci troviamo davanti sul fronte delle telecomunicazioni sarebbe utilizzare il sistema satellitare di Elon Musk, Starlink, per portare la connessione nelle aree remote in cui Open Fiber e Tim-Fibercop, ormai ai ferri corti per il contenzioso che le vede contrapposte, stanno accumulando ritardi sempre maggiori. Affidare ad un soggetto privato un ruolo così delicato e strategico avrebbe implicazioni in termini di sicurezza e di occupazione, e rischieremmo di perdere i fondi del Pnrr”, hanno affermato il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, e il segretario generale della Slc Cgil, Riccardo Saccone, commentano le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica.

“Duole ricordare – sottolineano i dirigenti sindacali – che il rischio sempre più concreto di non raggiungere i target previsti dal Pnrr è figlio di una gestione politica miope e di corto respiro, che ha affidato esclusivamente al mercato la scelta di dove e come intervenire. Nel frattempo, il Paese ha continuato ad arrancare, con connessioni internet, fattore abilitante per imprese, Pa e cittadini che stentano a consolidarsi in ampie parti della penisola”.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5