Le politiche per l‘innovazione digitale sono già tracciate da tempo: Usa, Europa e Italia le hanno espresse chiaramente ma come spesso avviene da noi la fase di approvazione e organizzazione dei piani è molto lunga e faticosa. Ora dobbiamo passare alla fase esecutiva! Dare operatività all’Agenzia per l’Italia Digitale e attuare i decreti di semplificazione che usano le tecnologie Ict nella Sanità, nella Scuola, nella Giustizia.
Diversi sono gli assi strategici dell’Agenda Digitale. Il primo è infrastrutturale. Occorre accelerare il co-investimento pubblico nello sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione di nuova generazione: è questo il momento di creare la rete dei prossimi 100 anni! Ed anche eliminare definitivamente il digital divide realizzando, con finanziamenti pubblici fino al 70%, la copertura totale a banda larga su tutto il territorio con tecnologie fisse, wireless e mobili. Nell’e-government, occorre usare le leve dell’open data e dello switch off per accelerare finalmente la piena digitalizzazione della Pubblica amministrazioni e della sua interazione con cittadini e imprese. Switch off significa rendere più convenienti e semplici le informazioni e le transazioni digitali rispetto a quelle basate su supporti e modalità tradizionali.
In un quadro di spending review è indispensabile ottimizzare i costi e mantenere la qualità dei servizi erogati. Il passaggio al digitale consentirebbe alla PA di comunicare completamente con il Voip abbattendo le spese di interconnessione con le reti pubbliche ed usare la videoconferenza ad alta definizione ridurrebbe drasticamente spese e tempi di viaggio. È necessario stimolare la domanda di servizi digitali e sostenere l’alfabetizzazione digitale attraverso molteplici iniziative (un esempio tra i tanti è il progetto Reti Amiche). Altro asse chiave è la Ricerca nell’Università e nell’Industria dell’Ict: occorre velocizzare l’assegnazione dei progetti sulle Smart Cities and Communities avviati a gara lo scorso anno e stimolare e indirizzare la ricerca perché l’industria Ict che opera in Italia torni ad investire e attrarre talenti, riservando agli investimenti in ricerca incentivi fiscali significativi.