SCENARI

Più Stato nella rete Tim, “grande coalizione” sull’operazione Cdp

La mossa del Governo riscuote l’appoggio trasversale dei partiti. D’accordo il M5S tradizionalmente favorevole ad azioni che aumentino il controllo del pubblico sull’infrastruttura, via libera anche da Salvini. Berlusconi dà l’ok in funzione anti-Bolloré

Pubblicato il 05 Apr 2018

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L’ingresso di Cdp nel capitale di Tim piace al mondo politico. L’operazione è stata decisa a valle di un summit tra i vertici della Cassa e il governo. Ma ogni mossa risulta verificata anche con le principali forze politiche, dai 5 Stelle alla Lega fino a Forza Italia. I due partiti usciti vincitori da questa tornata elettorale – 5 Stelle e Lega – a spingere per un controllo più serrato dello Stato nella rete Tim.

Nel manifesto elettorale dell’M5S era stato sottolineato l’impegno “affinché l’infrastruttura di rete e la relativa gestione siano a maggioranza pubblica”. “Vogliamo creare le condizioni – si legge nel testo – per unire le porzioni di rete attualmente detenute dai principali soggetti operanti nella realizzazione, gestione e manutenzione della rete in fibra ottica in un’unica infrastruttura”. In che modo? “Attraverso l’unione tra la Open Fiber (la società è partecipata da Enel e Cdp ndr) pubblica e la principale infrastruttura di rete del nostro Paese”.

La strategia pentastellata è stata ribadita anche dal deputato 5 Stelle, Stefano Buffagni, dopo la notizia dell’ingresso della Cassa in Tim. “Il nostro Stato deve tornare a farsi rispettare dai cugini d’oltralpe- Scrive in un post su Facebook – Per questo è fondamentale riprendere, da mano straniera, la nostra infrastruttura tecnologica e di telecomunicazioni perché l’interesse pubblico è sovrano in un’Italia a 5 stelle”.

L’operazione Cdp ha anche il placet della Lega che da tempo si batte per la funzione pubblica da rete di Tim, oltre che dei  cavi sottomarini della controllata Sparkle,: in questo senso diventa strategica la newco della rete con un ruolo per Cdp. Nelle scorse settimane Matteo Salvini si è detto “favorevole”  a uno scorporo della rete Tim per “difendere l’interesse nazionale”.

Scontato anche il via libera di Forza Italia alla luce dei rapporti “poco cordiali” tra Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré, come testimonia indirettamente anche l’accordo commerciale stretto la scorsa settimana da Mediaset con Sky.

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