ENEL OPEN FIBER

Pompei: “Non solo fibra spenta, venderemo anche servizi”

“Andiamo oltre la vedita del tubo”, annuncia l’Ad di Enel Open Fiber. Si punta anche a porzioni virtuali di fibra “accesa” con banda e prezzi diversificati. Con Fastweb possibile integrazione delle reti

Pubblicato il 11 Apr 2016

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“Non ci limiteremo a vendere solo fibra spenta, ma vorremmo aggiungere dei servizi, dell’intelligenza di rete. Andiamo dunque oltre la vendita del “tubo”. Ad annunciare le mosse prossime venture di Enel Open Fiber, dalle colonne di Affari&Finanza, l’Ad della società della fibra della energy company Tommaso Pompei. “Intanto offriremo alle telco che compreranno la nostra fibra anche i servizi di hosting, ospiteremo i loro apparati di rete nelle nostre centrali. E poi stiamo pensando anche alla vendita di fibra accesa: porzioni virtuali di fibra. Anche con la possibilità di ampiezza di banda differente e quindi diversificata per prezzo”, dice Pompei.

Pompei svela anche altri dettagli in merito alla realizzazione del progetto che punta a portare la fibra in 224 città (che valgono il 48% del Pil) partendo da Perugia “dove entro maggio saranno allacciati i primi 50 utenti”. In particolare Pompei spiega che “dove abbiamo i pali della rete aerea l’utilizzabilità della rete elettrica è al 100%. Nel caso delle linee interrate siamo invece al 20% come media generale.

Riguardo ai costi di realizzazione, Pompei parla di uno “sconto del 30% circa rispetto ai costi medi Le opere civili sono gran parte dei 2,5 miliardi di investimento programmato per le 224 città. Più o meno tutto quello che resta dopo aver speso circa 350 milioni in hardware e altri 200 milioni in software, gli impianti di rete”. Pompei puntualizza inoltre che “non utilizzeremo certo tutto il potenziale dei 450mila armadi elettrici, pensiamo ce ne serviranno più o meno una metà. Questo anche grazie al fatto che la fibra ha una portata maggiore in termini di distanza rispetto al rame. Se sulla rrete in rame il segnale perde di qualità oltre i due km di distanza dall’utente finale dalla centrale, con la fibra arriviamo a 40 km. Questo semplifica molto il lavoro e le opere nella cosiddetta rete secondaria, quella dell’ulrimo miglio fino ai palazzi. Poi con la rete verticale porteremo la fibra dalla base del palazzo alle case degli utenti. Nella rete primaria collegheremo in fibra tutti gli armadi che utilizzeremo e collegheremo questi alla rete primaria di Telecom Italia, quella dove sono le loro centrali e quelle dove sono attestati i concorrenti”.

In quanto al coinvolgimento con gli altri operatori con Fastweb si lavora non solo ad un accordo commerciale ma ad un’integrazione fra reti. “Abbiamo contatti con tutti gli operatori Tlc, inclusa Telecom, almeno fino al recente cambio di management – sottolinea Pompei -. Con Fastweb stiamo parlando non solo di accordi commerciali ma anche di integrazione con la loro rete: si potrebbe arrivare ad utilizzarne segmenti più o meno estesi”. Pompei evidenzia che ci sono anche altri operatori interessati “da Tiscali agli operatori che oggi offrono accessi a banda larga fissa ma con connessione radio, come nel caso del wimax o delle hyperlan: tutti assieme i piccoli valgono l’11% degli utenti”.

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