“I bandi Infratel? Noi abbiamo solo risposto. Se le condizioni sono cambiate, è una questione che riguarda il governo e i suoi interlocutori, non Open Fiber”. Tommaso Pompei, l’Ad della società, prende posizione dopo le polemiche tra Telecom e il governo sulla rete nelle aree non concorrenziali. “Per noi che partiamo da zero, la rete è per definizione in fibra ottica, ma se Telecom ha altre idee, noi siamo disponibili a valutare tutto”, ha detto il manager in un’intervista al Sole 24 Ore. Da un paio di settimane infuria la polemica tra Telecom e la compagine pubblica sui bandi Infratel per la rete ultraveloce nelle aree a fallimento di mercato. In qualche modo è coinvolta Open Fiber, joint Cdp-Enel, che si è aggiudicata il primo bando ed è in attesa dell’aggiudicazione definitiva del secondo.
“Noi abbiamo risposto a un bando che era il punto culminante di una procedura complessa – ha spiegato Pompei – seguito di tre diverse richieste fatte agli operatori dal ministero dello SFviluppo economico, sono state individuate le aree “bianche” dove i privati non si erano detti interessati a investire, è stato quindi avviato un confronto con la direzione concorrenza della Ue e sono stati decisi gli interventi diretti. Noi, appunto, non abbiamo fatto altro che rispondere. La gara prevedeva che gli operatori di tlc non fossero interessati a investire, perlomeno nel medio periodo. Se alla fine le cose sono cambiate, è una questione che riguarda il governo e i suoi interlocutori, non Open Fiber”. A proposito della eventualità di unire gli sforzi ora che Telecom è alla ricerca di un partner per le aree a fallimento di mercato, Pompei ha risposto: “Nelle aree a fallimento di mercato Open Fiber non ha la necessità di avere un partner. Dovendo partire da zero è chiaro che, per definizione, sviluppiamo la rete in fibra. Ma se qualcuno ha un’altra idea, siamo disponibili a valutare tutto. Basta una telefonata”.