La tragedia del ponte Morandi a Genova ha messo alla prova la rete delle telecomunicazioni ma il lavoro di una squadra di oltre 80 tecnici Tim ha garantito che le comunicazioni proseguissero senza soluzione di continuità e in condizioni di massima sicurezza per fare fronte all’emergenza. Lo rivela l’Ansa che ha ricostruito le mosse della compagnia. Il direttore centrale della Rete Tim, Stefano Siragusa è arrivato sul posto nelle ore immediatamente successive al crollo insieme a Roberto Mirra, capo della Rete Liguria, e si sono messi al lavoro in stretto coordinamento con la Protezione Civile, e le istituzioni nazionali e locali.
Secondo quanto riporta l’Ansa, la prima cosa da fare era verificare lo stato della rete mobile e potenziarla per assicurare (grazie a doppi instradamenti della rete immediatamente predisposti) la copertura della zona interessata, mettendo così a disposizione dei soccorritori un valido livello di comunicazione durante tutte le attività. Ma sul viadotto transitavano inoltre infrastrutture strategiche: cavi portanti in fibra ottica (di diverse potenzialità trasmissive) e dorsali a lunga distanza. Nel crollo sono stati danneggiati 472 cavi in fibra ottica, impegnati da collegamenti trasmissivi verso Alessandria, Savona, Genova Palmaro, Arenzano e Ovada.
Su quei collegamenti sono attivi impianti verso Aosta, Torino, Savona, Arenzano, Novara, Alessandria. Già nella serata del 14 agosto i principali reinstradamenti dei collegamenti interrotti frana erano stati effettuati ed era stata restituita la protezione ad alcuni collegamenti grazie ad attività provvisorie di deviazione su altre direttrici. Nella notte tra il 15 ed il 16 agosto – pur non generando mancata copertura nell’area definita rossa – i siti radiomobili sono stati completamente ripristinati mentre per quelli in fibra ottica il ripristino è avvenuto con un “by pass” provvisorio, completato nella notte tra il 18 e il 19 agosto.