Braccio di ferro milionario tra Poste Italiane e H3G. Il 22 giugno il Tar dovrà decidere sui ricorsi contrapposti presentati dalle due società sul caso delle sim distribuite negli uffici postali a seguito della delibera dall’Antitrust dello scorso gennaio.
La vicenda è iniziata nel 2015 quando H3G ha denunciato all’Autorità Garante della Concorrezna il fatto che Poste avesse di fatto negato “l’accesso ai beni e servizi di cui ha la disponibilità esclusiva in relazione alla gestione del servizio universale a condizioni equivalenti a quelle offerte alla controllata Poste Mobile”. La compagnia telefonica, facendo riferimento alla legge 287 del 1990, chiedeva che le imprese attive in un regime monopolio, qualora decidano di offrire servizi diversi rispetto a quelli del mercato dominante, fossero obbligate a dare accesso a quegli stessi ben anche ad altri player. In pratica H3G chiedeva che le sue sim fossero vendute anche negli sportelli spostali.
A gennaio l’Antitrust ha disposto che tutti gli operatori di telefonia, e non soltanto Poste Mobile, possano commercializzare le proprie offerte, i propri servizi e i propri prodotti attraverso gli sportelli degli uffici postali.
La delibera dell’Authority non prevedeva sanzioni per Poste Italiane, ma imponeva alla società un obbligo: se questo non dovesse essere rispettato sarebbe scattata la multa.
Contro la decisione, la società guidata da Francesco Caio ha fatto ricorso al Tar che appunto si dovrà esprimere il 22 giugno, mentre H3G ha chiesto danni ingenti a Poste come risarcimento per il mancato incasso stimato delle vendite che si sarebbero fatte in caso di accesso agli sportelli postali.