“La banda larga sta ridefinendo la domanda, e la Tv tradizionale è uno dei pochi settori che registra effettivamente segnali di ripresa. Un buon segno, che deve trasmettere fiducia per il futuro. Il 2013 è stato il primo anno ‘all digital’, ed è stato un successo, grazie alla collaborazione delle Tv locali. Dobbiamo considerarlo un successo collettivo. Detto questo, sono totalmente in sintonia con il sottosegretario Giacomelli: non possiamo ragionare a compartimenti stagni, si deve essere disposti a dialogare e a collaborare”.
Lo ha detto il commissario Agcom Antonio Preto intervenendo all’evento inaugurale della nona edizione di “Radio Tv Forum”, la due giorni di incontri dedicati all’emittenza radiofonica e televisiva locale, satellitare e via Internet, organizzata a Roma da Aeranti-Corallo.
Preto ha toccato punto per punto le “criticità” evidenziate nell’intervento introduttivo da Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, a iniziare dalla regolamentazione sull’ordinamento automatico dei canali del digitale terrestre: “E’ un tema di attualità – ha detto Preto -. Nel clima di incertezza generato dalle sentenze della giustizia amministrativa, voglio evidenziare gli aspetti positivi del piano del 2010 al momento vigente: ha aiutato gli utenti a familiarizzare con il nuovo sistema e ha dato certezza agli operatori per coordinare i propri business model. Sul quel modello – ha sottolineato – si potrebbe ora legiferare, ponendo così fine alle polemiche. Su questo tema non possiamo più essere in balia dei ricorsi”.
Quanto all’attribuzione delle frequenze, “Agcom si è attenuta al principio che devono essere date a chi le usa effettivamente, e che non si possono avere rendite di posizione dal non utilizzare le frequenze. Quanto abbiamo realizzato non può essere di colpo messo in discussione, ma deve avere un orizzonte temporale certo, confermando che la piattaforma televisiva principale rimane e rimarrà per i prossimi anni il digitale terrestre”.
Proprio su questo punto è stata critica la posizione di Pietro Guerrieri, direttore generale di Ses Astra Italia: “Rilevo non senza sorpresa la visione tradizionalista del Commissario Agcom, che prefigura il mantenimento dello status quo del sistema televisivo attuale, basato essenzialmente sul digitale terrestre. Nei paesi europei più avanzati e più innovativi in campo televisivo, come la Germania e l’Inghilterra – ha concluso Guerrieri – la tv di qualità, in HD e presto anche in Ultra HD, si fa sul satellite. Auspico che, in questo momento di transizione e nuovo slancio per il nostro paese, si possano prendere in considerazione risorse già disponibili ma non sufficientemente valorizzate, come il satellite, che in altri paesi ha fornito e fornisce un contributo fondamentale per lo sviluppo del settore televisivo”.
In risposta ai problemi causati dalle interferenze di alcune frequenze con l’estero, “l’Autorita – ha detto Preto nel suo intervento – oltre a collaborare con il ministero, sta effettuando il fine tuning, che è soltanto agli inizi, e che ha l’obiettivo di minimizzare il problema. Esploreremo tutte le possibilità per evitare di escludere, danneggiare o chiudere le emittenti, pur risolvendo il problema delle interferenze. E’ chiaro che gli obiettivi non si possono mettere in discussione, ma che sulle modalità si può ragionare, dal momento che a nessuno dovrebbe interessare avere frequenze non regolari”.
In risposta all’allarme lanciato da Marco Rossignolo sul fatto che nessuna emittente locale potrà permettersi di pagare con le nuove regole, Preto ha sottolineato: “La nostra proposta è in ossequio alla legge 44 del 2012, in un nuovo sistema contributivo destinato a gravare esclusivamente sugli operatori di rete. Abbiamo previsto un periodo di transizione di 5 anni perché il passaggio possa avvenire con gradualità e progressività. E per l’emittenza locale è previsto uno ‘sconto’ del 70% rispetto alle emittenti nazionali, e si prevede che il contributo sia ridotto anche in proporzione al numero degli abitanti della provincia in cui si trasmette. Ci muoviamo sul piano normativo vigente – ha concluso Preto – e siamo pronti a valutare tutti i contributi che verranno dalla consultazione pubblica, che per noi non è una routine ma un elemento di apertura, dal momento che la decisione finale non è ancora presa”.