La discontinuità generata dall’evoluzione digitale impone un cambio di rotta”: è l’opinione di Antonio Preto, commissario dell’Autorità per le Comunicazioni, che è intervento nel corso della presentazione dell’Indagine Agcom sull’informazione in Italia nell’era di Internet.
Secondo Preto, “il panorama dei mezzi di comunicazione di massa sta mutando radicalmente” in un quadro di modificazioni sistemiche con implicazioni che riguardano lo “scardinamento dell’offerta giornalistica, la pubblicità che si sposta sulla Rete, il disorientamento del sistema di fronte a clienti sempre meno prevedibili e fidelizzabili, gli Ott che hanno spezzato il tradizionale monopolio delle notizie, il ruolo sempre più attivo del pubblico”.
E pertanto, “non si può andare contro il futuro: i giornalisti sono chiamati a reinventarsi per affrontare la nuova realtà”.
Anche le istituzioni, però, hanno cose da dire. Come del resto mostra l’indagine di Agcom sull’informazione nell’era di Internet: “un esperimento nuovo e ben riuscito perché ha fatto dialogare tutti i protagonisti dell’informazione. Agcom è stata pivot di sistema”.
In un momento di discontinuità dovuta ad un vero e proprio salto tecnologico, “le istituzioni pubbliche possono divenire il riferimento dei soggetti sociali ed economici. Con la nuova informazione l’ecosistema Internet ridefinisce il rapporto tra libertà e proprietà. Ciò significa coniugare diritti, doveri e libertà, per far sì che i benefici siano per tutti e non solo a vantaggio di alcuni.”
In particolare, Preto prevede “quattro sentieri di sviluppo” per il legislatore e le autorità indipendenti nonché “un ripensamento generale su diritto d’autore, level playing field, fiscalità, risorse”. Ma anche sulla “democrazia stessa”.