Preto: “Telecom, per parità di accesso servono tre anni”

La previsione del commissario Agcom che avverte: “Per una separazione all’inglese serve una visione disicantata”

Pubblicato il 04 Dic 2013

“Per realizzare l’equivalence of input, ovvero garantire la parità di accesso assoluta agli altri operatori sulla rete fissa di Telecom Italia ci vogliono tre anni”. Lo ha detto il commissario dell’Agcom, Antonio Preto, spiegando che l’autorità è ora chiamata “ad approfondire con Telecom Italia il nuovo progetto” per la separazione funzionale della rete che punta proprio sull’equivalence of input: “gli effetti dell’equivalence of input – ha chiarito Preto – si vedranno fra pochi anni, almeno tre anni. Intanto dobbiamo lavorare sull’esistente equivalence of output. A fine anno c’è una finestra per rivedere gli impegni” proprio alla luce del nuovo piano di Telecom di passare all’equivalence of input. Telecom Italia ha presentato il nuovo progetto, che prende il posto dello scorporo societario della rete, il 14 novembre all’Autorità.

Tuttavia, ha aggiunto Preto, sulla separazione funzionale, sul modello inglese, “serve una visione disincantata. La Bbc ha realizzato un’inchiesta su Open Reach, che ha rilevato deficenze di qualità. Dopo sette anni il consumatore britannico non è soddisfatto dell’equivalence of input. Non vorrei che anche tra noi si realizzano servizi a tutti senza discriminazione, ma con scarsa qualita'”. Di tutto ciò bisognerà tener conto nelle decisioni future con Telecom Italia. Preto ha infine sottolineato che “dal punto di vista regolatorio l’Italia è tra i paesi più avanzati della Ue” ma “c’è la preoccupazione che il cambiamento dei modelli non nasconda problemi di comportamenti”, come evidenziato dall’Antitrust.

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