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Protto, Retelit: “Cloud e edge computing per accelerare sull’integrazione rete-servizi”

L’Ad appena confermato al timone per il triennio 2021-2023: “Gli obiettivi vanno dallo sviluppo dell’infrastruttura alla combinazione con i data center per costruire un ecosistema abilitante”

Pubblicato il 27 Mag 2021

protto

Fresco di conferma alla guida di Retelit, l’ad Federico Protto si appresta a guidare il futuro dell’azienda con uno sguardo che non si ferma al passato. Dopo un 2020 all’insegna della crescita di fatturato e margini con Enterprise & Government a fare la parte del leone, a febbraio l’azienda leader nella costruzione di soluzioni tailor-made di digital transformation delle imprese italiane ha annunciato l’aggiornamento del piano industriale al 2025, prospettando una sfida che passa attraverso la sempre maggior integrazione tra infrastrutture, piattaforme, managed services e soluzioni Ict.

“Anni fa, nel ciclo ‘Telco per l’Italia’ avremmo trovato posto nella sessione sulla banda ultralarga, perché è da lì che noi veniamo – ha spiegato Protto -. E invece, col tempo abbiamo capito che il tema infrastruttura è molto importante ma può essere implementato anche in un altro modo: attraverso l’integrazione con i servizi. E’ su questo concetto che abbiamo costruito il Piano industriale al 2025. La linea è quella di procedere su due direzioni parallele: sviluppo dell’infrastruttura, come da nostro dna, ma anche attività sul cloud, a sua volta attraverso una propositività in termini di cloud infrastrutturale e di edge computing, combinando la rete e i nostri data center, per costruire un’infrastruttura abilitante”.

Cloud Ue: la sfida è incrociare tutte le fonti di finanziamento

Sui fronti dell’innovazione Retelit non sta a guardare, neppure nello scenario europeo. La società nell’ultimo anno ha aderito al progetto Gaia-X e partecipato insieme ad altre 27 aziende Ue all’elaborazione della roadmap sugli investimenti tecnologici e industriali in ambito Cloud & Edge computing sponsorizzato dalla Commissione Europea.

“Da un lato – puntualizza Protto – c’è GaiaX, il cui scopo è definire use case e portare in un’unica organizzazione domanda e offerta sul tema degli standard che garantiscano l’interoperabilità dei vari cloud”. Dall’altro l’Ue, che ha lanciato una vera e propria“chiamata alle armi” capace di mettere insieme 27 aziende del settore, tra cui francesi, tedeschi e italiani, “con l’obiettivo di coordinare gli sforzi economici dei veicoli di investimento su queste tematiche che possono provenire da un ambito europeo: finanziamenti diretti, fondi da parte degli Stati membri, tra cui quelli previsti dai Recovery fund, investimenti privati, con aziende impegnate a investire su temi quali l’IoT, l’infrastruttura o gli investimenti energetici”. “L’incrocio di tutte queste fonti – spiega l’ad di Retelit – favorirà l’elaborazione della roadmap, credo le condizioni per offrire la possibilità di porre le basi di un cloud interoperabile”.

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