l’intervista

Connettività e formazione, la sfida di Assoprovider. Oliviero: “Assist ai piccoli Comuni”



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La neo presidente dell’associazione delinea le azioni strategiche del suo mandato: “Permettere alle persone di gestire la tecnologia in modo consapevole è la chiave per una digitalizzazione sostenuta e sostenibile”

Pubblicato il 14 apr 2025

Federica Meta

Direttrice




Digitalizzazione e inclusione sociale. Sono queste le due bussole che animano le attività dei provider di prossimità. Delle sfide che li attendono ne parliamo con Antonella Oliviero, di recente eletta presidente di Assoprovider.

Oliviero, i provider di prossimità giocano un ruolo fondamentale per la digitalizzazione e svolgono anche un’importante funzione di inclusione sociale. Qual è la tua visione per il futuro della connettività, soprattutto nelle zone dove i grandi player sono meno presenti?

La visione di Assoprovider è quella di un’Italia in cui la connettività e la banda larga non siano un privilegio, ma un diritto garantito ovunque, anche nei comuni più piccoli o nelle aree difficili da raggiungere. I provider di prossimità, grazie alla loro conoscenza diretta dei territori, sono spesso gli unici in grado di portare connettività dove i grandi operatori non riescono ad arrivare. Crediamo – e le nostra attività lo dimostrano – a creare un un ecosistema digitale diffuso, sostenibile e inclusivo, dove ogni cittadino e ogni impresa possa accedere a servizi di qualità, indipendentemente dalla loro posizione geografica. Io stessa vivo in un piccolo borgo in montagna, dove non riuscivo a svolgere il mio lavoro da casa a causa della mancanza di connettività adeguata. Un’esperienza che mi ha portato ad impegnarmi perché la connettività arrivasse ovunque.

Quali sono le principali sfide che i provider di prossimità affrontano oggi, soprattutto alla luce delle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per la digitalizzazione delle infrastrutture?

Nonostante le grandi opportunità offerte dal Pnrr, le piccole e medie imprese del settore Tlc si trovano spesso penalizzate da bandi poco accessibili e processi troppo complessi. La concorrenza con i grandi operatori, che beneficiano di economie di scala e di relazioni consolidate con le pubbliche amministrazioni, è un altro ostacolo importante. La vera sfida, però, è offrire agli operatori locali gli strumenti giusti per competere, dato che spesso investono risorse proprie per colmare il digital divide. Per quanto riguarda il Pnrr, nello specifico, è innegabile che alcuni bandi sono stati utili, ma spesso la burocrazia e la difficoltà di accesso ai fondi rendono difficile sfruttare appieno le opportunità.

Parlando ancora di concorrenza gli operatori più piccoli spesso non possono competere sui prezzi con i “big”. Qual è la vostra strategia per far fronte a questa situazione?

Certamente non possiamo competere sui numeri con le grandi telco, quindi quello che possiamo fare – e facciamo – è puntare sulla qualità del servizio. La qualità, nel lungo periodo, è l’unica forza che possiamo sfruttare. Io stessa (Oliviero è ceo di Consulservice ndr) preferisco che i miei tecnici spendano il loro tempo migliorando la qualità del servizio piuttosto che “regalare” il servizio per attrarre clienti. Ripeto: non possiamo competere con i grandi operatori sulla base dei numeri, ma possiamo puntare sulla personalizzazione e sulla cura del cliente.

Hai parlato di come la burocrazia rappresenti spesso un freno alle vostre attività. Che tipo di relazione c’è con le amministrazioni: c’è una sensibilità al valore che gli operatori di prossimità possono dare ai territori?

Purtroppo, non sempre. In molti casi chi amministra non ha consapevolezza delle opportunità che si possono realizzare valorizzando le imprese locali. Un problema che diventa più difficile da risolvere quando si parla di piccole amministrazioni. Troppo spesso la digitalizzazione viene vista solo come una questione di tecnologia, mentre dovrebbe essere un’opportunità per migliorare la qualità della vita nei piccoli centri. Ecco, è questa visione che manca al neto di qualche Comune più virtuoso. Ma non sono molti.

In che modo la crescente domanda di servizi digitali sta influenzando la strategia di Assoprovider per promuovere l’innovazione e l’inclusione digitale, soprattutto nelle aree rurali e periferiche?

Assoprovider ha un ruolo fondamentale nel promuovere l’inclusione digitale e l’innovazione. Personalmente, credo che la formazione continua sia la chiave per supportare le piccole realtà. Stiamo, ad esempio, lavorando su progetti che puntano alla digitalizzazione dei piccoli borghi, cercando di valorizzare il territorio attraverso la tecnologia. La formazione è essenziale e, nel mio ruolo di Presidente, intendo promuovere corsi di alfabetizzazione digitale per permettere a tutti di approcciare al digitale e non esserne sopraffatti. Il mio obiettivo è far crescere Assoprovider, non solo come associazione, ma anche come punto di riferimento per la formazione e l’innovazione digitale.

In questo scenario, qual è la vostra visione per il futuro della digitalizzazione nei piccoli centri?

Dobbiamo essere sempre più vicini ai territori e aiutare le amministrazioni locali a comprendere l’importanza di una rete di connettività solida e accessibile. Inoltre, credo che sia fondamentale stabilire relazioni più forti con le istituzioni per far capire il nostro valore, come abbiamo fatto durante la pandemia, quando abbiamo garantito la connettività essenziale per scuole e famiglie, anche in piccoli centri. La digitalizzazione deve essere vista come un’opportunità per tutti, non solo per i grandi centri urbani.

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