Il consiglio di amministrazione di Prysmian ha confermato “la congruità” degli stanziamenti già accantonati per far fronte ai rischi relativi alle indagini antitrust avviate da diverse autorità, tra cui quelle della Commissione europea, nei confronti dei maggiori produttori mondiali di cavi. La società italiana ha precisato di aver accontonato 200 milioni di euro, mentre la multa inflitta nei giorni scorsi dall’Ue ammonta a circa 104 milioni. L’ipotesi dell’Antitrust europeo è che vi sia stata una spartizione delle aree geografiche tra grandi operatori.
In una nota il cda di Prysmian fa dunque sapere di aver ritenuto “di non dovere apportare modifiche al bilancio consolidato di gruppo e al progetto di bilancio di esercizio di Prysmian al 31 dicembre 2013″. Gli stanziamenti, ricorda la società, erano stati determinati in circa 200 milioni di euro prpoprio al fine di poter far fronte ai rischi stimati relativamente alle indagini antitrust avviate dalla Commissione europea e dalle autorità di concorrenza di Australia, Stati Uniti e Canada mentre, mentre per l’indagine avviata dall’autorità della concorrenza brasiliana, il gruppo italiano non ha al momento ritenuto di effettuare accantonamenti.
La Commissione europea ha reso noto il 2 aprile di aver deciso di comminare una multa di 301,6 milioni di euro ad un cartello di produttori di cavi ad alto voltaggio e sottomarini, tra cui anche il gruppo italiano Prysmian. Il cartello comprende in totale 11 produttori, di cui sei europei, tre giapponesi e due coreani. Il gruppo ABB che ha denunciato il cartello è stato oggetto di indagini ma in virtù della denuncia è stato esonerato dal pagare ammende. A Prysmian è stata inflitta la multa più onerosa, pari a oltre un terzo del totale (104,6 milioni di euro).
Nel dettaglio, la Commissione Ue ha condannato Prysmian Cavi e Sistemi al pagamento, unitamente a Pirelli & C., della sanzione di 67,3 milioni per l’infrazione commessa nel periodo 1999-2005 e al pagamento di altri 37,3 milioni, unitamente a Prysmian e a Goldman Sachs Group, per l’infrazione nel periodo 2005-2009.
Gli analisti avevano già indicato che la decisione dell’Ue non avrebbe probabilmente avuto un impatto sull’andamento del titolo Prysmian, visto che la multa, pur se onerosa, è inferiore alla cifra accantonata. Il gruppo italiano ha invece fatto sapere, all’indomani della decisione dell’Ue, di voler ricorrere contro la sanzione che reputa ingiusta: “Prysmian crede che la decisione si basi su un’analisi superficiale ed erronea dei fatti rilevanti e perciò considera la decisione illegittima”, si legge in una nota.