Utile dimezzato per Prysmian ma guidance confermata. L’azienda ha chiuso i primi 9 mesi del 2020 con un utile netto di 140 milioni di euro, in calo dai 271 milioni dello stesso periodo di un anno fa. I ricavi sono stati pari a 7,488 miliardi di euro, con un calo del 9,4% (escludendo il segmento Projects). Nel terzo trimestre 2020 i ricavi sono scesi di un più limitato 5,2% (escluso il segmento Projects). L’Ebitda è pari a 601 milioni di euro, in calo dai 711 milioni di un anno fa, includendo oneri netti legati a riorganizzazioni aziendali, oneri netti non ricorrenti e altri oneri netti non operativi pari a 46 milioni di euro (62 milioni nei primi nove mesi 2019).
Il risultato operativo è sceso a 294 milioni dai 479 milioni dei primi nove mesi del 2019, anche per effetto della svalutazione parziale degli asset nella regione Sud Europa per 43 milioni di euro. L’Indebitamento Finanziario Netto è sceso a 2.669 milioni di euro al 30 settembre 2020 (3.027 milioni al 30 settembre 2019; 2.140 milioni al 31 dicembre 2019). L’azione di deleverage è stata particolarmente supportata dalla capacità di generazione di cassa dell’azienda con il Free Cash Flow dei 12 mesi settembre 2019 – settembre 2020 a 617 milioni.
“I risultati dei primi nove mesi 2020 confermano la resilienza del Gruppo Prysmian di fronte agli effetti fortemente negativi della pandemia Covid-19 – commenta l’amministratore delegato, Valerio Battista – In particolare, si evidenzia il recupero del trend organico dei ricavi nel terzo trimestre, pressoché in tutte le aree di Business ma in misura particolare nell’Energy. A livello di redditività i risultati mostrano resilienza ancora più forte, con margini stabili anche nel raffronto nove mesi 2020 su nove mesi 2019 e in miglioramento nel terzo trimestre. A contribuire alla tenuta del business e alla solidità patrimoniale dell’azienda, è stata anche l’integrazione con General Cable che consideriamo completata e che ha dato vita a un Gruppo con una più equilibrata presenza geografica e un portafoglio prodotti integrato, con sinergie generate pari 175 milioni di euro”.
“La situazione permane critica in tutte le aree geografiche, ma sulla scorta dei risultati al 30 settembre, possiamo confermare con fiducia gli obiettivi per l’intero esercizio aggiornati in seguito all’insorgere della pandemia”, sottolinea Battista.
I numeri per segmento di business
Per quanto riguarda le diverse aree di attività del gruppo, il segmento Projects ha registrato nel periodo ricavi pari a 1.056 milioni di euro (variazione organica -13,9% rispetto ai primi nove mesi del 2019), con un Ebitda Adjusted pari a 130 milioni (152 milioni nei primi nove mesi del 2019). In lieve miglioramento i margini con il rapporto Ebitda Adjusted su ricavi al 12,3% dal 12,2% dei primi nove mesi del 2019. Per questo segmento, il portafoglio ordini è arrivato alla cifra record di 3.830 milioni di euro (al 30 settembre 2020), di cui 1.800 milioni relativi a progetti Sottomarini e 2.030 milioni relativi a progetti alta tensione terrestre.
Per quanto riguarda l’Energy, i ricavi sono stati pari a 5.385 milioni di euro, confermando la forte resilienza e capacità reattiva dell’organizzazione. La diminuzione organica è stata del -7,8% nei nove mesi, in miglioramento nel terzo trimestre con un -4,2% rispetto al corrispondente periodo del 2019. L’Ebitda Adjusted è ammontato a 355 milioni rispetto a 391 milioni, con un lieve miglioramento dei margini. Il rapporto tra Ebitda Adjusted e ricavi è del 6,6% (6,4% nei nove mesi del 2019). I ricavi del segmento Telecom sono ammontati a 1.047 milioni di euro, registrando una diminuzione organica rispetto ai primi nove mesi del 2019 sostanzialmente in linea con le attese (-16,9%).
I numeri per area geografica
Segnali di recupero nel terzo trimestre grazie al trend in miglioramento in Nord America (variazione organica dei ricavi nel terzo trimestre del -10%). L’Ebitda Adjusted si attesta a 162 milioni rispetto a 230 milioni dei primi nove mesi del 2019, con un rapporto sui ricavi al 15,5% rispetto al 17,8% del 2019. A livello geografico, i ricavi dell’area Emea ammontano a 4,01 miliardi di euro (-10,3% organico, escludendo il segmento Projects), quelli del Nord America sono pari a 2,355 miliardi di euro (-6,1%), quelli dell’area Latam 531 milioni di euro (-14,4%) e quelli dell’area Apac 592 milioni di euro (-12,7%).
Confermata la guidance
Prysmian “conferma con fiducia la guidance 2020 precedentemente comunicata al mercato in data 30 luglio”, si legge in una nota aziendale. In particolare, in assenza di rilevanti cambiamenti nell’evoluzione dell’emergenza sanitaria e di conseguenti ulteriori discontinuità e rallentamenti nelle attività’ economiche globali, per l’intero 2020 il Gruppo prevede di realizzare un Ebitda Adjusted compreso nell’intervallo 800-850 milioni di euro e di generare flussi di cassa compresi nell’intervallo 200-300 milioni di euro (free cash flow prima di acquisizioni e dismissioni e dei dividendi). Tali previsioni, si precisa in una nota di Prysmian, si basano sul corrente perimetro di business della società, assumono tassi di cambio in linea con la media dell’esercizio 2019 e non includono impatti sul flusso di cassa relativi alle sentenze antitrust e ai relativi casi di follow-on.
Gli impatti straordinari della pandemia Covid-19 hanno inciso sui risultati del Gruppo Prysmian, inizialmente in Cina, dove le attività produttive e la domanda di mercato sono state pesantemente influenzate per l’intero primo trimestre, per poi recuperare a partire dal secondo trimestre. A partire dalla metà di marzo, si precisa, l’impatto si è esteso anche nelle altre aree geografiche coinvolte dalla pandemia (Europa, Middle East, Nord e Sud America), soprattutto nei business connessi al settore delle costruzioni (es. Trade & Installers) e con rilevanti attività di installazione. Nel corso del terzo trimestre si è assistito a una progressiva ripresa delle attività nella maggior parte dei Paesi, sebbene i livelli rimangano inferiori a quelli dell’anno precedente. Tale ripresa, accompagnata da una gestione tempestiva dei costi e da una flessibile supply chain, hanno consentito al management di proteggere i risultati del Gruppo e di riportare una marginalità consolidata di Gruppo in linea con quella dell’anno precedente. Rimangono confermati per il Gruppo Prysmian i driver di crescita di lungo periodo legati principalmente alla transizione energetica verso le fonti rinnovabili, al rafforzamento delle reti di telecomunicazione (digitalizzazione) e al processo di elettrificazione. Il Gruppo può inoltre contare su una ampia diversificazione di business e aree geografiche, una solida struttura patrimoniale, una supply chain efficiente e flessibile e un’organizzazione snella, tutti fattori che stanno permettendo di fronteggiare l’emergenza con fiducia.