Qualcomm all’angolo, si difende da un nuovo assalto della Commissione europea. Tocca ancora una volta al commissario alla competizione Margrethe Vestager indagare su un nuovo rilievo che potrebbe portare alla seconda multa antitrust a un anno di distanza da quella record di 997 milioni di euro (1,13 miliardi di dollari) pagata nel 2018 per aver buttato fuori dal mercato i fornitori alternativi per il suo più grande cliente, Apple.
Secondo Bloomberg la multa, che potrebbe arrivare entro la fine del prossimo mese e riguarda le pratiche dei prezzi predatori, in questo caso per i chip modem 3G venduti negli anni passati ai produttori.
Si tratterebbe comunque di una delle ultimissime operazioni del commissario Vestager, che più avanti terminerà il suo mandato dopo aver multato per più di nove miliardi di dollari Google e aver ordinato ad Apple di pagare 14 miliardi di tasse non pagate all’Ue. A maggio aveva avvertito che non aveva ancora finito con i big della tecnologia, e intanto sta mettendo ancora sotto il microscopio le attività di Amazon, Google e Apple, oltre che di Qualcomm.
Il produttore di chip di San Diego è stato investigato per quanto riguarda i chip 3G integrati nelle chiavette per la connessione mobile tra il 2009 e il 2011. Secondo i regolatori questi chip sono stati venduti sottocosto per spingere fuori mercato Icea, adesso di proprietà di Nvidia. La Commissione ha svolto una serie di supplementi di indagine piuttosto inusuali nei mesi passati per definire chiaramente il rapporto prezzo-costo e per dimostrare quanto i prezzi fossero al di sotto dei costi.
Non è chiaro se la multa arriverà effettivamente entro luglio o se scivolerà a dopo la pausa estiva. In ogni caso Qualcomm si trova ad affrontare di nuovo uno dei più duri scontri con le autorità regolamentari del pianeta: l’anno scorso gli è stata comminata la quinta multa più cara di tutte per quanto riguarda la vendita di chip per gli iPhone e gli iPad di Apple sfruttando una serie di richieste supplementari di denaro. Qualcomm ha fatto ricorso contro la multa.
Il più grande produttore al mondo di chip per telefonini ha un modello di business unico tra tutti i produttori di semiconduttori. Infatti Qualcomm non si fa soltanto pagare i chip che vende ai suoi clienti, che poi li mettono nei propri apparecchi, ma si fa dare anche delle royalties per il diritto di sfruttare la sua proprietà intellettuale contenuta nei chip e frutto della sua ricerca e sviluppo. In questo modo i produttori di apparecchi pagano le royalties a Qualcomm anche se non utilizzano i chip. Questo approccio estremamente profittevole per l’azienda americana è finito sotto il mirino di numerosi governi in tutto il mondo una volta che le pratiche commerciali di Qualcomm sono diventate di pubblico dominio e si sono cominciate a svolgere su scala sempre maggiore.