Il boom smartphone fa sorridere Qualcomm: il colosso dei chip di
San Diego ha registrato entrate record nel secondo trimestre e
alzato le previsioni per l’anno intero perché la domanda di
cellulari intelligenti e tablet continua a crescere e ad alimentare
il suo business. “Tutti vogliono smartphone, tablet e device di
computing mobili e i chip che noi produciamo rispondono proprio
alla richiesta del mercato”, afferma il chief executive Paul
Jacobs.
Numero uno al mondo dei chip wireless per fatturato, Qualcomm ha
registrato vendite e profitti al di sopra delle aspettative di Wall
Street nel suo secondo trimestre che termina a marzo: revenues di
3,9 miliardi di dollari, in crescita del 46% rispetto a un anno
prima e superiori al consensus del mercato di 3,6 miliardi, fa
sapere Thomson Reuters. Esclusi alcuni costi, gli utili sono stati
di 86 centesimi per share, ben al di sopra degli 80 cent
attesi.
Jacobs minimizza i timori di alcuni analisti che prevedono una
discesa dei prezzi medi di vendita dei telefoni, insieme alla fetta
che Qualcomm trattiene per i diritti di licencing e i chip,
perché, spiega il Ceo, il business è trainato dalla forte
crescita sui mercati emergenti: “Anche qui gli utenti stanno
comprano device di fascia alta”, afferma. L’ottimismo di
Qualcomm si riflette nella guidance per il 2011 per il prezzo medio
di vendita dei telefoni, alzata da 190-200 dollari a 199-209.
Qualcomm può sorridere anche sul mercato domestico, quello
americano, dove Apple ha riferito che le vendite di iPhone sono
cresciute del 155% rispetto a un anno fa e che il modello con i
chip Qualcomm venduto da Verizon Wireless ha giocato un ruolo
chiave nel moltiplicare il giro d'affari.
Il chipmaker di San Diego ha anche alzato le previsioni per
revenues e utili per l’intero 2011: dovrebbero attestarsi
rispettivamente a 14,4 miliardi di dollari e 3,09 dollari per
share. Jacobs assicura che i problemi di supply-chain legati al
terremoto in Giappone che hanno colpito alcuni grandi gruppi It non
toccano la capacità di Qualcomm di fabbricare chip e anche la
domanda dei suoi prodotti, garantisce il Ceo, “ha subito un
impatto molto lieve”.