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Ragosa, una lettera contro le accuse di danno erariale

Nella missiva alla Procura di Repubblica il direttore dell’Agenzia si mette a disposizione per chiarimenti sull’esposto denuncia il cui autore sembrerebbe anonimo. “Tutti lavorano a titolo gratuito nell’Agenzia”. Intanto lo Statuto è di nuovo alla Corte dei Conti

Pubblicato il 18 Giu 2013

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Agostino Ragosa si mette a disposizione delle autorità competenti, con una lettera formale che invierà oggi, per rispondere alle accuse di danno erariale contenute nell’esposto-denuncia arrivato venerdì alla Procura della Repubblica di Roma.

La lettera è indirizzata a tutti i numerosi destinatari della denuncia. Questa è stata inviata, oltre che alla Procura, alla Corte dei conti del Lazio, alla segreteria generale presso la Presidenza del Consiglio, al presidente di Consip, ai capi di gabinetto del Mise, del Miur, del Mef e a tre parlamentari (tra gli altri destinatari).

Il direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale solleva inoltre il sospetto che la denuncia sia di fatto una lettera anonima. Il suo firmatario – un certo Francesco Torre – non risulta residente nella via indicata nella lettera; anche il numero civico riportato sembra inesistente.

L’accusa sostiene che Ragosa starebbe procurando un danno erariale e violando norme penali e amministrative avvalendosi di due collaboratori, Gianluca Polifrone e Attilio Nertempi. Questo contrasterebbe con il fatto che l’Agenzia non è ancora operativa – mancando lo Statuto – e quindi non può pagare, formalmente, i collaboratori.

Nella lettera di oggi, Ragosa si limita a mettersi a disposizione delle Autorità per fornire chiarimenti e a sollevare il sospetto che il firmatario dell’accusa sia fasullo. Di fatto per ora l’Agenzia non è stata ancora contattata, formalmente o informalmente, dalle autorità in seguito all’esposto.

Il nostro giornale può però anticipare la posizione che Ragosa terrà per fugare i sospetti.

Appunto poiché manca uno Statuto operativo, nessuno percepirebbe alcun compenso per l’Agenzia per l’Italia digitale e lo stesso direttore lavora da mesi a titolo gratuito.

Polifrone è a tutti gli effetti un dipendente di Consip, mentre Nertempi è un ex dipendente di Poste Italiane ed è in attesa di pensione (a quanto riferito al nostro giornale).

Quando l’Agenzia fosse operativa appieno, potrebbero ricevere un compenso.

Mentre si chiarisce la vicenda, le attività dell’Agenzia e di Ragosa procedono inalterate. Domani e dopodomani Ragosa sarà alla Digital Agenda Assembly di Dublino, per la Commissione europea, per fare il punto sull’Agenda digitale.

Passi avanti anche per lo Statuto. Aspetta ora l’ok dalla Corte dei Conti, a cui è stato inviato da Palazzo Chigi la settimana scorsa, invariato nella sostanza (a quanto risulta) rispetto alla versione precedente (mandata dal ministero allo Sviluppo economico del governo Monti).

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